LA PREGHIERA DEL MONACO – 6 agosto 2017

Molti oggi hanno paura della solitudine, non si sentono vivi se non sono attorniati continuamente dalla gente.

La solitudine, però, può essere anche una benedizione. Se non la si confonde con un arido isolamento e con la terribile assenza di contatti sociali, la capacità di stare soli con se stessi è un elemento centrale di ogni percorso spirituale: senza momenti in cui stare soli non esiste una vera relazione con Dio, né si riconosce con sincerità chi si è realmente.

A chiunque di noi capita di essere soli, provare un senso di solitudine, dipende da noi però il modo con cui scegliamo di vivere quella solitudine. E’ in nostro potere ribellarci alla solitudine oppure viverla come una fonte da cui attingere, realtà preziosa che ci mette a contatto con la ricchezza del nostro animo.

Ciascuno ha il suo modo per meditare. Nella mia cella ho un angolo per la preghiera con un’icona di Cristo. Ogni mattina accendo una candela e poi medito con la preghiera di Gesù: “Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me!”. Questa preghiera mi conduce nello spazio interiore del silenzio, che è riempito dall’amore di Cristo. In questo spazio mi sento a casa, al sicuro. Sento come la meditazione mi faccia bene.

Naturalmente la preghiera non è sempre meravigliosa. A volte, pur con tutta la pratica, sono distratto. In questi casi, guardo l’icona e i pensieri molesti se ne vanno.

Affido a Dio la giornata, tutto ciò a cui ho messo mano oggi, ciò che è riuscito e ciò che non lo è. Senza rimuginarci su.

Talvolta è la svogliatezza a trattenerci dal meditare. Se però ci fermiamo e ci atteniamo con perseveranza alla nostra meditazione, la pace torna ad affiorare dentro di noi:

“Un fratello interrogò un anziano dicendo: ‘I miei pensieri divagano e io ne sono angustiato’. E quello gli disse: ‘Rimani seduto nella tua cella ed essi torneranno indietro. Come, infatti, quando un’asina è legata, il suo puledro saltella di qua e di là, ma, dovunque vada, ritorna sempre da sua ma- dre, così i pensieri di colui che persevera nella sua cella a causa di Dio, se anche divagano per un po’, poi ritornano di nuovo da lui” (detti dei Padri del deserto).

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