ENIGMA – 21 Luglio 2017

La domanda ‘Chi sono?’ non sarà mai resa vana dal progresso scientifico o tecnologico, essa continuerà ad essere finché ci sarà un uomo. Di certo, noi scopriamo in noi stessi una dimensione di enigma, di indicibile, di stranierità a noi stessi. Ma non solo in noi vediamo tale dimensione, bensì anche nel rapporto con il mondo, nel rapporto con gli altri, nel rapporto con Dio.
Nel rapporto con il mondo la razionalità non riesce a sciogliere tutti gli enigmi che fan parte dell’alterità del mondo.
Il rapporto con gli altri ci rinvia alla dimensione dell’affettività, anch’essa incapace di saturare l’uomo, se non all’interno della nefasta illusione della fusione con l’altro.
Anche la fede, che media il rapporto con Dio, conosce e non salta una dimensione di tenebra, di enigma che traversa il rapporto uomo-Dio. La fede non è una bacchetta magica e non riesce a renderci totalmente chiaro e accessibile il Dio che abita una nube, che è avvolto dall’oscurità. Il Cristo stesso muore con sulle labbra il grido che attesta il permanere di un enigma nel rapporto con il Padre: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,24).
La vita interiore passa attraverso questa attività di dialogicità interiore, questo saper riflettere e pensare, porsi domande e interrogativi, nella certezza che la domanda già veglia sulla risposta (Luciano Manicardi, La vita interiore oggi).

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