OLTRE CIO’ CHE APPARE – V DOMENICA T.O./C

 

6 febbraio 2022 – V Domenica del Tempo Ordinario/C

 

Nella quinta domenica del tempo ordinario ricorre la 44° Giornata della Vita, vita intesa come dono gratuito dato da Dio, vita non sprecata in cose vuote ma vita donata secondo i progetti di Dio. Una vita spesa e vissuta concretamente nella quotidianità, non secondo i nostri comodi progetti piccoli o grandi, ma secondo la realtà che Dio stesso ci mette davanti.

 

Dal libro del profeta Isaia (6, 1-2. 3-8)

Nell’anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali. Proclamavano l’uno all’altro, dicendo:
“Santo, santo, santo il Signore degli eserciti!
Tutta la terra è piena della sua gloria”.
Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi:”Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo
dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti”.
Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse:”Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato”. Poi io udii la voce del Signore che diceva: “Chi manderò e chi andrà per noi?”. E io risposi: “Eccomi, manda me!”.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1 Cor 15,1-11)

Vi proclamo, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano!A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritturee che fu sepoltoe che è risorto il terzgiorno secondo le Scritturee che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto.Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

 

Dal Vangelo secondo Luca (5, 1-11)

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore”. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”.
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

 

Quando ebbe finito di parlare, (Gesù) disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose: “Maestro abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. La scommessa che oggi il Vangelo ci lascia è chiara: “Fidati di me, non di te e delle tue sole forze; credi alla mia Parola, non al tuo vuoto”. Invece noi spesso siamo perfetti esecutori del contrario di quello che dice il Vangelo: Gesù ci dice di prendere il largo, noi non solo non lo facciamo, ma fissiamo tutta la nostra attenzione su mancanze, insuccessi, fallimenti. Ci fissiamo sul vuoto che abbiamo dentro o cerchiamo di riempirlo di cose da consumare e da fare. Diventiamo rabbiosi, tutta la nostra energia è rivolta a cercare un capro espiatorio cui imputare questo vuoto.  E non ci rendiamo conto che il buio si impossessa sempre di più di noi e diventa l’unica nostra realtà. Ne rimaniamo intrappolati e cominciamo a credere che ci costituisce, ci rappresenta, che è l’unica cosa di noi che può raccontarci, poichè ci convinciamo di ESSERE vuoto. Ci identifichiamo solo con quel “non riesco”, “non ce la faccio”, “ho sempre fatto così”. Gesù Cristo anche oggi ci dice di alzare lo sguardo e prendere il largo, di non credere che esiste solo il buio. Il Risorto ci invita a pensare che in quel buio c’è molto altro rispetto a quello che appare in superficie e che, paradossalmente, costituisce proprio l’opportunità per la Santità. Che cosa decidiamo di scegliere?

 

Commento francescano

San Francesco nella “Lettera a tutto l’Ordine”esorta i fratelli ad ascoltare ciò che lui dice, riporta l’importanza dei precetti del Signore, perché nelle loro opere possano ascoltare e testimoniare la voce di Dio che parla ai figli mediante la sua Parola.

“Ascoltate, miei signori, figli e fratelli, e prestate orecchio alle mie parole. Inclinate l’orecchio del vostro cuore e obbedite alla voce del Figlio di Dio. Custodite nella profondità del vostro cuore i suoi precetti e adempite perfettamente i suoi consigli.
Lodatelo poiché è buono ed esaltatelo nelle opere vostre, poiché per questo vi mandò per il mondo intero, affinché rendiate testimonianza alla voce di lui con la parola e con le opere e facciate conoscere a tutti che non c’è nessuno Onnipotente eccetto Lui. Perseverate nella disciplina e nella santa obbedienza, e adempite con proposito buono e fermo quelle cose che gli avete promesso. Il Signore Iddio si offre a noi come a figli”.
(FF 216-Lettera a tutto l’Ordine)

 

Orazione finale

Insegnaci Padre ad affidarci a te. Insegnaci a gettare le reti che imprigionano il nostro cuore, reti fatte di pensieri egoici, di insicurezze, di giudizi, di superbia. Aiutaci a convertirci per imparare, sull’esempio di Cristo, a vivere da figli tra i fratelli. AMEN

 

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