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IL PAPA AI GIOVANI: NON TEMETE! – 27 Febbraio 2018

   «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30). Sono le parole rivolte dal messaggero di Dio, l’arcangelo Gabriele, a Maria, semplice ragazza di un piccolo villaggio della Galilea. L’improvvisa apparizione dell’angelo e il suo misterioso saluto: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28), hanno provocato un forte turbamento in Maria, sorpresa da questa prima rivelazione della sua identità e della sua vocazione, a lei ancora sconosciute. Maria, come altri personaggi delle Sacre Scritture, trema davanti al mistero della chiamata di Dio, che in un momento la pone davanti all’immensità del proprio disegno. È il ‘brivido’ che proviamo di fronte alle decisioni sul nostro futuro, sul nostro stato di vita, sulla nostra vocazione.
   E voi giovani, quali paure avete? Una paura ‘di sottofondo’ che esiste in molti di voi è quella di non essere amati, benvoluti, di non essere accettati per quello che siete. Oggi tanti giovani hanno la sensazione di dover essere diversi da ciò che sono, nel tentativo di adeguarsi a standard spesso artificiosi e irraggiungibili. Fanno continui ‘fotoritocchi’ delle proprie immagini, nascondendosi dietro a false identità, fin quasi a diventare loro stessi un ‘fake’. C’è in molti l’ossessione di ricevere il maggior numero possibile di ‘mi piace’. E da questo senso di inadeguatezza sorgono paure e incertezze. Altri temono di non riuscire a trovare una sicurezza affettiva e rimanere soli. In molti, davanti alla precarietà del lavoro, subentra la paura di non riuscire a trovare una soddisfacente affermazione professionale, di non veder realizzati i propri sogni. Alcuni, che sono credenti, pensano: forse Dio mi chiede o mi chiederà troppo; forse, percorrendo la strada indicatami da Lui, non sarò veramente felice, o non sarò all’altezza di ciò che mi chiede.
   Nei momenti in cui dubbi e paure affollano il nostro cuore, si rende necessario il discernimento. Esso ci consente di mettere ordine nella confusione dei nostri pensieri e sentimenti, per agire in modo giusto e prudente. In questo processo, il primo passo per superare le paure è quello di identificarle con chiarezza, per non ritrovarsi a perdere tempo ed energie in preda a fantasmi senza volto e senza consistenza. Per questo, vi invito tutti a guardarvi dentro e a ‘dare un nome’ alle vostre paure. Chiedetevi: oggi, nella situazione concreta che sto vivendo, che cosa mi angoscia, che cosa temo di più?  Perché non ho il coraggio di fare le scelte importanti che dovrei fare? Non abbiate timore di guardare con onestà alle vostre paure, riconoscerle per quello che sono e fare i conti con esse. La Bibbia non nega il sentimento umano della paura né i tanti motivi che possono provocarla. Abramo ha avuto paura (cfr Gen 12,10s) e così anche Mosè (cfr Es 2,14; 17,4) e gli Apostoli (cfr Mc 4,38-40; Mt 26,56). Gesù stesso, seppure a un livello incomparabile, ha provato paura e angoscia (cfr Mt 26,37; Lc 22,44).

 

IL PAPA AI GIOVANI: ‘DESIDERO CHE NELLA CHIESA ABBIATE RESPONSABILITÀ IMPORTANTI’ – 26 Febbraio 2018

   Cari giovani,
   la Giornata Mondiale della Gioventù del 2018 rappresenta un passo avanti nel cammino di preparazione di quella internazionale, che avrà luogo a Panama nel gennaio 2019. Questa nuova tappa del nostro pellegrinaggio cade nell’anno in cui è convocata l’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. E’ una buona coincidenza. L’attenzione, la preghiera e la riflessione della Chiesa saranno rivolte a voi giovani, nel desiderio di cogliere e, soprattutto, di accogliere il dono prezioso che voi siete per Dio, per la Chiesa e per il mondo.
   Come già sapete, abbiamo scelto di farci accompagnare in questo itinerario dall’esempio e dall’intercessione di Maria, la giovane di Nazareth che Dio ha scelto quale Madre del suo Figlio. Lei cammina con noi verso il Sinodo e verso la GMG di Panama. Se l’anno scorso ci hanno guidato le parole del suo cantico di lode – «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente» (Lc 1,49) – insegnandoci a fare memoria del passato, quest’anno cerchiamo di ascoltare insieme a lei la voce di Dio che infonde coraggio e dona la grazia necessaria per rispondere alla sua chiamata: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30). Sono le parole rivolte dal messaggero di Dio, l’arcangelo Gabriele, a Maria, semplice ragazza di un piccolo villaggio della Galilea.

«CON COSA LO SI RENDERÀ SALATO?» – 25 Febbraio 2018

«Se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?» (Mc 5,13).
Osserva il sale. Fino a che rimane nella sua scatola, chiuso in un cassetto della cucina, non serve a niente. Il suo scopo è uscire e perdersi per rendere più buone le cose. Si dona e scompare. Chiesa che si scioglie, che accende, che si dona e di questo gioisce.
Se mi chiudo nel mio io, pur adorno di tutte le virtù, e non partecipo all’esistenza degli altri, se non sono sensibile e non mi dischiudo agli altri, posso essere privo di peccati, eppure vivo in una situazione di peccato.
Sale e luce non hanno lo scopo di perpetuare se stessi, ma di effondersi.

 

(Ermes Ronchi)

 

LA PERSEVERANZA – 24 Febbraio 2018

«Dov’è la vostra fede?» (Lc 8,25).
La perseveranza non è clamorosa, non strappa applausi, ma è la virtù solida che fa avanzare la barca della comunità. Quando non ti arrendi, ma continui a remare e a lottare, le mani sul timone, gli occhi a scrutare la riva, e fai tutto ciò che devi fare, allora lo incontri nel cuore della tempesta. E si fa argine alla tua paura.

 

(Ermes Ronchi)

NON RELIGIONE, MA FEDE! – 23 Febbraio 2018

«Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (Mc 4,38).
Io vorrei che il Signore gridasse subito all’uragano: «Taci!», che rimproverasse subito le onde: «Calmatevi!» e che alla mia angoscia ripetesse: «Pace!». Vorrei essere esentato dalla lotta, vorrei un cielo sempre sereno e luci chiare a indicare la rotta della mia barca. Ma io ho tanta luce quanta ne serve per il primo passo; ho tanta forza quanta ne basta per il primo colpo di remo.
Gesù ci insegna che c’è un solo modo per vincere la paura, ed è la fede! Non la religione, ma la fede! «Quando è religione e quando è fede? La religione è quando fai Dio a tua misura; la fede è quando fai te stesso a misura di Dio» (David Maria Turoldo)

(Ermes Ronchi)

 

«PERCHÉ AVETE PAURA?» – 22 Febbraio 2018

È come se tutto il mondo fosse nella tempesta, una situazione in cui il diritto è del più crudele. E Dio sembra dormire!
Mentre noi vorremmo che intervenisse subito, ai primi segni della fatica, al primo morso della paura, appena il dolore ci artiglia.
Ma lui interviene, lui è lì, sorgente della forza dei rematori che non si arrendono, lui è nella presa robusta del timoniere, lui è nel coraggio condiviso, è negli occhi di tutti fissi a oriente a scrutare quanto manca della notte.
E la barca, simbolo di me e della mia vita fragile, della grande comunità e dei suoi problemi, intanto resiste e avanza.
E non per il morire del vento, non perché finiscono i problemi, ma per il miracolo umile dei rematori che non abbandonano i remi, che sostengono ciascuno la speranza dell’altro.
Dio non agisce al posto nostro, non ci toglie dalle tempeste, ma ci sostiene dentro le tempeste. L’espressione è di Dietrich Bonhoeffer: «Dio non salva dalla croce, ma nella croce».

   (Ermes Ronchi)

 

RIENTRARE NEL CUORE – 21 Febbraio 2018

Gesù non chiede innanzitutto rinunce o sacrifici, non chiede di immolarsi sull’altare del dovere o dello sforzo, chiede prima di tutto di rientrare nel cuore, di comprenderlo, di conoscere che cosa desideri di più, cosa ti fa felice, che cosa accade nel tuo intimo.
Quella che gli esegeti chiamano la ‘regola d’oro’ (fa’ agli altri ciò che desideri che gli altri facciano a te: Lc 6,31) nasce così: tu capirai ciò che devi dare agli altri solamente quando avrai capito ciò che desideri per te. Ciò che fa bene a te, questo impara a dare all’altro. La parola che fa bene davvero, il sorriso non finto, la stretta di mano da uomo e non da funzionario distratto.

(Ermes Ronchi)

NEL ‘DESERTO’ – 19 Febbraio 2018

Lo Spirito Santo ci conduce nel ‘deserto’ per plasmarci, per appianare le colline delle nostre resistenze, smussare gli angoli delle nostre ostinazioni, abbattere i muri delle nostre diffidenze. Così rinnovati, dopo aver sperimentato ancora una volta l’infinita misericordia del Padre, possiamo ripartire per servire i fratelli nella carità. In particolare, le parole di Gesù, meditate e interiorizzate, ci indicano la strada che porta ad una adesione a Dio per aiutarlo ad incarnarsi in questo mondo, nelle nostre strade e piazze, specialmente tra i fratelli più provati dalla vita e i più segnati dall’egoismo mondano.

(Papa Francesco)

 

IL FUOCO DELLA PASQUA – 18 Febbraio 2018

Invito soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima.
Una occasione propizia sarà anche quest’anno l’iniziativa ‘24 ore per il Signore’, che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo, ispirandosi alle parole del Salmo 130,4: «Presso di te è il perdono». In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale.
Nella notte di Pasqua rivivremo il suggestivo rito dell’accensione del cero pasquale: attinta dal ‘fuoco nuovo’, la luce a poco a poco scaccerà il buio e rischiarerà l’assemblea liturgica. «La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito», affinché tutti possiamo rivivere l’esperienza dei discepoli di Emmaus: ascoltare la parola del Signore e nutrirci del Pane eucaristico consentirà al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e carità.

(dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2018)

IL DIGIUNO – 17 Febbraio 2018

Il digiuno toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame.
Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!

 (dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2018)

L’ELEMOSINA – 16 Febbraio 2018

L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa. Faccio mia l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme: «Si tratta di cosa vantaggiosa per voi» (2Cor 8,10). In Quaresima molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà. Ma come vorrei che anche nei rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza: ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se Egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità?

 (dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2018)

COSA FARE? – 15 Febbraio 2018

Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali del raffreddarsi della carità, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno.
Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi, per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita.

(dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2018)

UN CUORE FREDDO – 14 Febbraio 2018

Dante Alighieri, nella sua descrizione dell’inferno, immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio; egli abita nel gelo dell’amore soffocato. Chiediamoci: come si raffredda in noi la carità? Quali segnali indicano che in noi l’amore rischia di spegnersi?
Spegne la carità anzitutto l’avidità per il denaro, «radice di tutti i mali» (1Tm 6,10); ad essa segue il rifiuto di Dio e di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti. Tutto ciò si tramuta in violenza contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre ‘certezze’: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, il prossimo che non corrisponde alle nostre attese.
L’amore si raffredda anche nelle nostre comunità. I segni più evidenti di questa mancanza di amore sono: l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo l’ardore missionario.

(dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2018)

I FALSI PROFETI – 13 Febbraio 2018

I falsi profeti sono ‘incantatori di serpenti’, approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, scambiato per felicità! Quanti vivono incantati dall’illusione del denaro, schiavi di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi!
Altri falsi profeti sono ‘ciarlatani’ che offrono soluzioni immediate alle sofferenze, rimedi completamente inefficaci: il falso rimedio della droga, di relazioni ‘usa e getta’, di guadagni facili ma disonesti! Quanti ancora sono irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso! Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacità di amare. È l’inganno della vanità, che ci porta a cadere nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro. Da sempre il demonio,  «menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44), presenta il male come bene e il falso come vero. Ognuno è chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti.

 (dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2018)