23 maggio 2021 – VIII DOMENICA DI PASQUA/B
SOLENNITA’ DI PENTECOSTE
Oggi, in questa Solennità della Pentecoste, lo Spirito Santo ci inonda di un tale e tanto amore da rendere necessaria l’uscita “dal proprio recinto” e obbligatoria la nostra testimonianza: “Anche voi mi renderete testimonianza”. Non spaventiamoci di fronte a questa responsabilità perchè il Signore è con noi “fin dal principio”, amico vero, fedele, guida che mai ci abbandona.
Dagli Atti degli Apostoli (1,1-11)
1Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. 5Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. 7Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? 8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? 9Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, 10della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Dalla lettera di san Paolo apostoli ai Gàlati (5,16-25)
16Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. 17La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 18Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. 19Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c’è Legge. 24Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
Dal Vangelo secondo Giovanni (15,26-27; 16, 12-15)
26Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. 16,12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
“Egli vi guiderà alla Verità tutta intera”, ma non tutta in una volta. Gesù rivela la sua delicatezza e la sua pazienza con noi. Il passaggio dalle tenebre alla luce non è immediato ma piuttosto graduale e mediato. Pensiamo a qualcuno abituato a vivere mesi e anni in una grotta; non possiamo certamente prenderlo e scaraventarlo fuori alla luce di colpo, perché ne morirebbe. Chi gli vuole bene e vuole portarlo fuori sa che deve condurlo per mano, delicatamente e con dolcezza. Solo allora i suoi occhi potranno di nuovo “riabituarsi alla luce”. Gesù fa lo stesso con noi perchè farci sapere la Verità tutta d’un colpo sarebbe per noi insostenibile e insopportabile; per questo usa un misurino con un contagocce sottilissimo in modo che la Verità penetri nel nostro cuore lentamente, affinchè abbiamo il tempo di interiorizzarLa.
Quindi lo Spirito Santo non solo ci ricorda le parole di Gesù, ma ne dà anche testimonianza e indica anche ai discepoli e a ognuno di noi la stessa missione. Non evangelizzeremo mai nessuno con distorti ragionamenti o ricorrendo alla retorica o alla diplomazia: saremo veri testimoni solo mostrandolo, non di-mostrandolo. Ognuno di noi deve “mostrare Dio”: gli Atti degli Apostoli ci dicono che i primi cristiani si riconoscevano “da come si amavano”.
“Vi ho detto queste cose per non scandalizzarvi” ci dice Gesù; scandalo è sinonimo di muro, di impedimento: a nessuno la vita va come dovrebbe, nessuno è stato esente da ferite, contraddizioni o ingiustizie. Gesù ci chiede solo di fidarci di Lui, di guardare a Lui, non al male subìto e nel quale ancora certamente ci imbatteremo: ci invita, al contrario, a prendere forza da tutto il bene e la gratuità ricevuti da chi, anche nei momenti peggiori, è stato accanto a noi, semplicemente, e che ha fatto la scelta di non abbandonarci a noi stessi nell’avventura della vita.
Commento francescano
La vita di Francesco e di Chiara d’Assisi, come le vite di tutti i Santi e di tanti uomini e donne – anche la nostra! – hanno conosciuto una Pentecoste: così la vita cristiana nelle sue infinite realizzazioni si è propagata nei secoli. Per Francesco l’evento inatteso, il “vento impetuoso” che lo rese docile all’azione dello Spirito, fu una malattia: leggiamo dalla Legenda maior:
“Ma Francesco non conosceva ancora i piani di Dio sopra di lui: impegnato, per volontà del padre nelle attività esteriori e trascinato verso il basso dalla nostra natura corrotta fin dall’origine, non aveva ancora imparato a contemplare le realtà celesti né aveva fatto l’abitudine a gustare le realtà divine. E siccome lo spavento fa comprendere la lezione, venne sopra di lui la mano del Signore e l’intervento della destra dell’Eccelso colpì il suo corpo con una lunga infermità, per rendere la sua anima adatta a recepire l’illuminazione dello Spirito Santo” (FF 1030).
Dopo l’estasi davanti al Crocifisso di San Damiano, si mette all’opera, ma lo Spirito gli rivelerà gradualmente la volontà di Dio:
“Tornato finalmente in sé, si accinge ad obbedire, si concentra tutto nella missione di riparare la chiesa di mura, benché la parola divina si riferisse principalmente a quella Chiesa, che Cristo acquistò col suo sangue, come lo Spirito Santo gli avrebbe fatto capire e come egli stesso rivelò in seguito ai frati” (FF 1038).
Orazione finale
Amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé: questo è il frutto pieno, ricchissimo, del Tuo Spirito, o Padre. Preparaci a riceverlo, secondo i tempi e i modi che hai stabilito per ciascuno di noi; non permettere, però, che perdiamo la strada in cerca di altro nutrimento, che vagabondiamo anzichè camminare in Sua compagnia. Per Cristo nostro Signore. Amen