LECTIO DIVINA – 22 Aprile 2018 – IV Domenica di Pasqua / B

 

 

At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18

 

 

In questa domenica del Buon Pastore si celebra la 55° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. La liturgia di questa IV settimana di Pasqua ci offre l’immagine del buon pastore che ha cura delle sue pecore e che ci dice: “Ascolteranno la mia voce” (Gv 10,16).  Papa Francesco, nel Messaggio per la giornata di preghiera per le vocazioni, ci ricorda che “ogni cristiano dovrebbe poter sviluppare la capacità di ‘leggere dentro’ la vita e di cogliere ‘dove’ e ‘a che cosa’ il Signore lo sta chiamando per essere continuatore della sua missione”.

 

Commento alle letture 

 

Nella prima lettura (At 4,8-12) troviamo Pietro che aveva compiuto la guarigione dello storpio “nel nome di Gesù Cristo il Nazareno”. Gesù è l’unica “pietra”, in “nessun altro c’e salvezza”. Tanta volte,  invano,  costruiamo e progettiamo la nostra vita al di fuori di Dio ma solo in Gesù possiamo essere salvati dalle nostre ‘morti’,  dai nostri egoismi. “La gioia del Vangelo, che ci apre all’incontro con Dio e con i fratelli, non può attendere le nostre lentezze e pigrizie; non ci tocca se restiamo affacciati alla finestra. La vocazione è oggi! La missione cristiana è per il presente!” (Papa Francesco, Messaggio per la giornata di preghiera per le vocazioni).

           

Nella seconda lettura (1Gv 3,1-2) San Giovanni con il cuore grato e con  forza ci ricorda  “quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio. Possiamo fare esperienza di questa realtà in noise ci impegniamo a conoscere Dio, in questa conoscenza si rivela il senso della nostra esistenza, della nostra vocazione cristiana fino a quando lui si sarà manifestato totalmente. “Occorre predisporsi a un ascolto profondo della sua Parola e della vita, prestare attenzione anche ai dettagli della nostra quotidianità, imparare a leggere gli eventi con gli occhi della fede, e mantenersi aperti alle sorprese dello Spirito” (Papa Francesco, Messaggio per la giornata di preghiera per le vocazioni).

 

Commento al Vangelo 

           

Il Vangelo di questa domenica (Gv 10,11-18) ci presenta Gesù come il “Buon Pastore”, egli “dona la sua vita” e unisce nell’amore  tutti i figli di Dio. Per Gesù donare la vita, amare i suoi fratelli è la motivazione e  forza di ogni suo agire.

“Il mercenario, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge..”(v 12).Possiamo definire ‘mercenario’ ogni situazione o ogni rapporto che non ci rende liberi, dove si è smarrito il senso della gratuità, benevolenza, libertà, bene comune. Se accettiamo di rimanere in relazione di amicizia con Gesù, se fondiamo la nostra vita su di lui incontriamo veramente la vita, l’amore e la libertà.

Sapere che apparteniamo a Dio fa la differenza, sapere che ogni nostro pensiero, azione, preoccupazione, gioia, sofferenza è accolta e non dispersa: questo ci dona gioia, pace e solidità interiore. Chi vive nell’amore non disperde mai, nel momento in cui ognuno di noi ama il proprio fratello riprende più vita.“Non dobbiamo aspettare di essere perfettiper rispondere il nostro generoso ‘eccomi’, né spaventarci dei nostri limiti e dei nostri peccati, ma accogliere con cuore aperto la voce del Signore. Ascoltarla, discernere la nostra missione personale nella Chiesa e nel mondo, e infine viverla nell’oggi che Dio ci dona” (Papa Francesco, Messaggio per la giornata di preghiera per le vocazioni).

 

Commento francescano

 

San Francesco nella VI Ammonizioneci esorta a guardare al buon pastore, a seguire la sua stessa strada, donandoci ai fratelli senza condizioni, disposti anche  a caricare sulle spalle la nostra croce per essere condotti verso la vera vita:

«Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e persecuzione nell’ignominia e nella fame, nella infermità e nella tentazione e in altre simili cose; e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi servi di Dio, che i santi abbiano compiuto queste opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il semplice raccontarle e predicarle» (FF 155).

 

Commento Patristico

 

«“Io sono il buon Pastore; conosco le mie pecore”, cioè le amo, “e le mie pecore conoscono me” (Gv 10, 14). Come a dire apertamente: corrispondono all’amore di chi le ama. La conoscenza precede sempre l’amore della verità. Domandatevi, fratelli carissimi, se siete pecore del Signore, se lo conoscete, se conoscete il lume della verità. Parlo non solo della conoscenza della fede, ma anche di quella dell’amore; non del solo credere, ma anche dell’ operare» (Dalle Omelie sui vangeli di San Gregorio Papa).

 

Orazione finale

 

Preghiamo con Papa Francesco: “Maria Santissima, giovane fanciulla di periferia, che ha ascoltato, accolto e vissuto la Parola di Dio fatta carne, ci custodisca e ci accompagni sempre nel nostro cammino”.  Così sia.

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