24 Settembre 2023
XXV DOMENICA T.O./A
In questa XXV Domenica del Tempo Ordinario ci viene proposta la parabola degli operai inviati nella vigna. Questa parabola, riportata dal solo Matteo, non a caso segue alla domanda di Pietro, che nei versetti precedenti aveva chiesto al maestro sicure assicurazioni, come compenso del loro distacco da tutto per seguirlo: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?» (Mt 19,27). La risposta di Gesù alla domanda di Pietro – «Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19,29) – annuncia garanzie straordinarie per coloro che lo seguono, frutto non di una giustizia retributiva, ma dovute al solo fatto che Dio è buono.
Questo messaggio viene ribadito ancora più esplicitamente nella parabola di questa domenica. Il nostro Dio, il padrone di casa, è un Signore che cammina in tutte le ore del giorno in cerca dell’uomo, per farlo entrare nella sua vigna. Non controlla l’ora e non bada alle referenze, tutti sono operai ideali per la sua vigna.
Ciò che caratterizza la bontà di Dio è la diversità del suo amore da quello dell’uomo. La sua bontà supera le nostre modalità di giustizia e di merito. Premiando gli operai dell’ ultim’ora Dio non è ingiusto verso i primi ma generoso verso gli ultimi, a tutti dà il meglio. Il nostro Dio non paga, dona, mettendo sempre la dignità dell’uomo davanti al nostro modo mercantile di vivere la vita.
Che siamo gli operai delle sei o dell’ultima ora, il Signore ci invita ad uscire dai nostri limitati schemi per essere co-protagonisti e co-responsabili all’affermazione del suo amore nella vigna della storia.
Nelle Ammonizioni San Francesco scrive: «Dice l’apostolo: “Nessuno può dire: Signore Gesù se non nello Spirito Santo”, e ancora: “Non c’è chi fa il bene, non ce n’è neppure uno”. Perciò, chiunque invidia il suo fratello riguardo al bene che il Signore dice e fa in lui, commette peccato di bestemmia, poiché invidia lo stesso Altissimo, il quale dice e fa ogni bene.»
Signore apri i nostri occhi chiusi dall’invidia e donaci il tuo sguardo benevolente cosi che ci lasciamo sempre stupire dai tuoi meravigliosi “pensieri” e dalle tue imprevedibili “vie”.