AMICIZIA: ETICA DELL’AMORE

Non è possibile una salute dell’anima umana negando i sentimenti, negando la loro espressione, negando il dito di Dio che li ha impressi, quasi legge incisa nel cuore come già sulle tavole di pietra, per un’alleanza tra le creature, che sia gioiosa. Come tutte le cose grandi dell’esperienza umana, l’amicizia è un punto d’arrivo del cammino di maturità e di salute dell’anima. L’esperienza comune che nell’attesa dell’amico sono già contenuti un anticipo di gioia, una lieta profezia, espressa felicemente da Antine De Saint-Exupéry, nel Piccolo Principe: “Se so che verrai alle quattro, alle tre comincerò ad essere felice”. L’amicizia traccia una mappa segreta del mondo. E muta, con essa, l’epicentro dei desideri e l’inquieta geografia del cuore. L’elemento base è la dialettica tra assenza e presenza, ma questa rarità di incontro assicura che l’amicizia non chiede consumazione del desiderio. Stare con l’amico è esperienza che da sola basta a riscattare i giorni oscuri, a redimere ore vuote o amare. “Gesù ne scelse dodici perchè stessero con Lui” (Mc 3,14) e poi, dopo l’esperienza di aver fatto casa insieme, dopo la costruzione di un legame che è la verità dell’uomo, li manda a predicare. Ma a due a due. Senza cose, ma non senza un amico. Un bastone per appoggiarvi la stanchezza, un amico per appoggiarvi il cuore.

 Ermes Rochi

 

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