25 luglio 2021 – XVII Domenica del T.O./B
Stiamo approfondendo il pensiero dei Padri della Chiesa: alcuni fra voi, forse, non hanno familiarità con questi primi teologi e scrittori dei primissimi secoli del cristianesimo, eppure sono i nostri “padri” nella fede, coloro che ci hanno generati, che per primi hanno raccolto l’eredità degli apostoli, hanno meditato, vissuto e cercato di spezzare per noi la Parola di Dio, gli insegnamenti di Gesù. Sono i primi che hanno dato concretezza e attualità al Vangelo, indicandoci come poterlo vivere nella quotidianità. I loro testi non sono sempre di immediata comprensione, richiedono una lettura approfondita e l’aiuto di qualcuno che ci introduca alla loro esperienza, al contesto storico, al pensiero: lo sforzo richiesto a noi nell’avvicinarli è proporzionale alla “provvidenziale” fatica che hanno fatto loro nel vivere e tradurre in parole e in opere un messaggio nuovo, “rivoluzionario”, controcorrente. Molti fra loro, prima che l’editto di Costantino del 313 ponesse fine alle persecuzioni cristiane, sono stati martirizzati!
Per commentare le letture di questa XVII domenica, vi proponiamo dunque dei “flash patristici” sull’eucaristia: spesso incontriamo cristiani praticanti che ammettono, pur partecipando ogni settimana alla Santa Messa, di non comprenderne fino in fondo alcuni aspetti. Attraverso alcune riflessioni dei Padri (che, forse non lo sappiamo, ma sono citati durante la celebrazione perchè il Messale del sacerdote attinge ai loro scritti) vogliamo contribuire ad accrescere la consapevolezza con la quale partecipiamo alla celebrazione eucaristica perchè questa non diventi un’abitudine svuotata di senso nè rimanga avvolta nel mistero laddove, invece, è possibile, dentro questo mistero, penetrare un po’ più in profondità.
Dal secondo libro dei Re (4,42-44)
In quei giorni, 42da Baal-Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». 43Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”». 44Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.
Dalla Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (4,1-6)
Fratelli, 1 io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, 2con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, 3avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. 4Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; 5un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. 6Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,1-15)
In quel tempo, 1 Gesù passò all’altra riva, del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2 e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3 Gesù salì sul monte e lì si pose a sedere con i suoi discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5 Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7 Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pani non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8 Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12 E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto». 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15 Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui solo.
TUTTI INSIEME
San Giustino martire, padre della prima metà del II secolo d.C., fu il primo a descrivere la struttura della celebrazione eucaristica. “E nel giorno chiamato “del Sole” [così era chiamata la domenica] ci si raduna tutti insieme… Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere… Ci raccogliamo tutti insieme nel giorno del Sole”: la Messa non inizia con il segno della croce, inizia prima, quando, dalle nostre case, ci riuniamo in Chiesa. La comunità riunita è il primo sacramento della presenza del Signore in mezzo a noi. Non è l’abitudine a richiamarci: prendiamo consapevolezza del fatto che, anche dietro la stanchezza, il poco entusiasmo, si cela in realtà la voce del Signore che non si stanca di chiamarci a stare con Lui!
ANTIDOTO ALL’INDIVIDUALISMO
La preghiera personale, a tu per tu con il Signore, è essenziale. L’eucaristia, però, appartiene alla dimensione della preghiera comunitaria, essenziale a sua volta. Nella Messa il Signore si dona a me e a tutti i presenti: quel pane e quel vino che nutrono la mia anima, nutrono ciascun fedele. “Il popolo acclama dicendo: “Amen” (san Giustino martire), che significa “io aderisco, dò il mio assenso”. Se insieme mangiamo lo stesso cibo e aderiamo alle stesse parole, diventiamo un unico corpo. “È la grazia dello Spirito, che è presente e aleggia su tutti” che permette questa unità e che trasforma i doni materiali del pane e del vino nel divino corpo del Signore, ricorda un altro Padre, san Giovanni Crisostomo. Attraverso le mani del sacerdote, lo Spirito Santo, come nell’Annunciazione, permette che il Figlio sia generato “oggi”, adesso, in mezzo a noi.
UNA “RICETTA” CHE CI TRASFORMA
«Che cos’è infatti il pane? È il corpo di Cristo. Cosa diventano quelli che lo ricevono? Corpo di Cristo; ma non molti corpi, bensì un solo corpo. Infatti, come il pane è tutt’uno, pur essendo costituito di molti grani, e questi, pur non vedendosi, comunque si trovano in esso, sì che la loro differenza scompare in ragione della loro reciproca perfetta fusione; alla stessa maniera anche noi siamo uniti reciprocamente fra noi e tutti insieme con Cristo» (san Giovanni Crisostomo). È così che, impastati dallo Spirito Santo, le nostre chiusure e gli egoismi si frantumano progressivamente: ciò non avviene magicamente e una volta per tutte, ma richiede una lenta lavorazione! Per questo la frequenza alla Messa e ai sacramenti è fondamentale, così come lo è il rapporto con il parroco e la comunità cristiana: perchè lo Spirito possa continuare a lavorare dentro di noi e fra noi senza interruzioni volontarie da parte nostra.
IO, TU, NOI, DIO: L’IMMAGINE DEL CERCHIO
Concludiamo con un’immagine riportata da un altro Padre, Doroteo di Gaza, monaco palestinese del VI secolo: leggete con attenzione perchè vi resterà impressa e potrà diventare per ognuno di noi un ottimo “termometro” per misurare periodicamente il grado del nostro amore.
“Voglio dirvi un’immagine dei Padri, perché capiate meglio il senso di questa parola. Supponete che per terra ci sia un cerchio, cioè una linea tonda tracciata con un compasso dal centro. Centro si chiama propriamente il punto che sta in mezzo al cerchio. Adesso state attenti a quello che vi dico. Pensate che questo cerchio sia il mondo, il centro del cerchio, Dio, e le linee che vanno dal cerchio al centro, le vie, ossia i modi di vivere degli uomini. In quanto dunque i santi avanzano verso l’interno, desiderando di avvicinarsi a Dio, a mano a mano che procedono, si avvicinano a Dio e si avvicinano gli uni agli altri, e quanto più si avvicinano a Dio, si avvicinano l’un l’altro, e quanto più si avvicinano l’un l’altro, si avvicinano a Dio. Similmente immaginate anche la separazione. Quando infatti si allontanano da Dio e si rivolgono verso l’esterno, è chiaro che quanto più escono e si allontanano da Dio, tanto più si allontanano gli uni dagli altri, e quanto più si allontanano gli uni dagli altri tanto più si allontanano anche da Dio”.
Orazione finale
Signore, impareremo mai a fidarci veramente di te? A riconoscere gli ininterrotti miracoli di cui la tua tenerezza ci avvolge? A crederci solo piccoli collaboratori di un progetto e di un progetto d’amore? Continui a sfamare la folla di chi ha fame con quei pochi pani che qualunque ragazzo potrebbe darti: a te nulla è impossibile. Cambia quindi in pane anche il nostro cuore, che si pietrifica ogni volta in cui spera in qualcosa fuori di te, come ogni volta in cui si crede autore del bene o s’illude di poterlo comprare. Tu solo sei Dio e vivi regni nei secoli dei secoli. Amen.