Newsletter n° 7
febbraio 2021
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PENSIERI DA VIVERE

MANZONI, RECALCATI E LA TENTAZIONE DEL MURO

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Restrizioni, obblighi, sanzioni… lo “stato di pandemia” può innescare reazioni estreme: o si vive nella paura assillante del contagio o, per reazione, nell’indifferenza e nella sottovalutazione irresponsabile della realtà. Abbiamo ripensato ai Promessi Sposi, alla peste del 1600, e alla capacità di Alessandro Manzoni di dare voce e volto alle tante reazioni dell’uomo di fronte alla vita, alla morte, agli imprevisti drammatici che ci visitano: al Capitolo XXXIV troviamo Renzo, in cerca di Lucia dentro una Milano disperante, mosso da compassione verso i malati che, isolati nelle case, chiedono aiuto dalle finestre; una donna lo scambia per un monatto: «con un viso ch'esprimeva terrore, odio, impazienza e malizia, con cert'occhi stravolti che volevano insieme guardar lui, e guardar lontano, spalancando la bocca come in atto di gridare a più non posso… allungando e ritirando due mani grinzose e piegate a guisa d'artigli, come se cercasse d'acchiappar qualcosa… perduta la speranza di poterlo far cogliere all'improvviso, lasciò scappare il grido che aveva rattenuto fin allora: "l'untore! dàgli! dàgli! dàgli all'untore!"». Ecco la paura, il terrore che fa perdere la ragione, che ci rende ciechi, quasi disumani.

In “La tentazione del muro”, pubblicato a maggio 2020, lo psicanalista Massimo Recalcati ci aiuta a riflettere e ad affrontare in chiave “moderna” la crisi che stiamo attraversando, vincendo la paura con la carità: «Dei confini le persone hanno bisogno quanto della libertà, per vivere, ma come l’eccesso di erranza e di caos porta alla schizofrenia, la follia è figlia dell’io ipertrofico che si alimenta della costruzione di muri quando non siamo capaci di rendere porosi i confini. Il muro, dunque, va bene finché resta una tentazione, ma una comunità umana sana si fonda su individui disposti ad accettare l’“angoscia” della libertà». Libertà che è “rinuncia alla soddisfazione individuale e immediata della pulsione, limite al godimento che prescinde dagli altri. Una condizione questa, se ci pensiamo bene, che è mancata del tutto nella lunga stagione dell’irresponsabilità e dell’accumulazione del debito sociale, economico e ambientale, prodotto di una cultura che a parole si è definita solidale, ma coperta dal velo dell’ideologia ha preteso di scaricare sugli altri – che fossero i giovani o le popolazioni più deboli – i costi del proprio benessere”.

Recalcati invita ad “un metodo di rinascita civile fondato su Istituzioni partecipate e umanizzate dalla Carità”. “Il virus ha mostrato che la rinuncia all’esercizio della libertà individuale per un bene più alto non ha condotto a derive autoritarie, ma alla presa d’atto di un’interdipendenza planetaria: dell’Altro abbiamo bisogno come di un nuovo cuore perché “nessuno si può salvare da solo e la libertà senza fratellanza è una parola vuota”» (cfr. avvenire.it, 3 settembre 2020).
LECTIO DIVINA

SULLA SUA PELLE

La pagina evangelica di Marco, riguardante la guarigione del lebbroso, può interrogare ognuno di noi. Chi di noi non ha bisogno di essere toccato, visto, guarito da Cristo? Sappiamo bene che i lebbrosi per la società dell’epoca di Cristo erano emarginati, considerati maledetti da Dio. Le letture di questa VI domenica del Tempo Ordinario mettono in evidenza come Gesù è attento al benessere fisico, morale e spirituale dell’uomo.
Possiamo conoscere davvero Gesù se scegliamo di lasciarci toccare da Lui e di toccare gli altri a nostra volta. In un certo senso, dobbiamo permettere che chi ci sta accanto ci “contamini” con ciò che può farci soffrire e faticare perché inizi veramente a svelarsi a noi il volto di Gesù, che è Dio fatto uomo fino a sfigurarsi, fino a entrare a far parte di quelli che il Papa oggi chiama gli “scarti” dell’umanità.
14 febbraio 2021 - VI DOMENICA T.O./B
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PENSIERI PER PREGARE

IN VIAGGIO DENTRO IL CUORE

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Signore Gesù, tu sei venuto a guarire i cuori feriti e tribolati: ti prego di guarire i traumi che provocano turbamenti nel mio cuore. Ti prego, in particolar modo, di guarire quelli che sono causa di peccato.

Ti chiedo di entrare nella mia vita, di guarirmi dai traumi psichici che mi hanno colpito in tenera età e da quelle ferite che me li hanno provocati lungo tutta la vita. Signore Gesù, tu conosci i miei problemi, li pongo tutti nel tuo cuore di buon Pastore. Ti prego, in virtù di quella grande piaga aperta nel tuo cuore, di guarire le piccole ferite che sono nel mio.

Guarisci le ferite dei miei ricordi, affinché nulla di quanto mi è accaduto mi faccia rimanere nel dolore, nell’angustia, nella preoccupazione. Guarisci, Signore, tutte quelle ferite che, nella mia vita, sono state causa di radici di peccato. Io voglio perdonare tutte le persone che mi hanno offeso; guarda a quelle ferite interiori che mi rendono incapace di perdonare.

Tu sei venuto a guarire i cuori afflitti, guarisci il mio cuore. Guarisci, Signore, quelle mie intime ferite che sono causa di malattie fisiche. Io ti offro il mio cuore: accettalo, Signore, purificalo e dammi i sentimenti del tuo cuore divino. Aiutami ad essere umile e mite.

Concedimi, Signore, la guarigione dal dolore che mi opprime per la morte delle persone care. Fa’ che possa riacquistare pace e gioia per la certezza che tu sei la risurrezione e la vita. Fammi testimone autentico della Tua Risurrezione, della Tua vittoria sul peccato e sulla morte, della Tua presenza di vivente in mezzo a noi.
Amen.
2021: VIII centenario della REGOLA NON BOLLATA
di san Francesco d'Assisi
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"Leggendo la Regola non bollata si ha la sensazione di orizzonti che si aprono, di prospettive che spalancano l’anima e fanno entrare nel cuore aria fresca: a distanza di 800 anni!"

Da "Vivere e seguire - Lettera dei Ministri generali francescani"
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