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FRANCESCO D'ASSISI: VIVERE LO SPIRITO DEL SIGNORE.
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Lo spirito del Signore ricerca l’umiltà e la pazienza e la pura e semplice e vera pace dello spirito (Rnb XVII, 15-15)
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Francesco d’Assisi non sa in anticipo cosa sia lo Spirito Santo e come agisca, ma è la terra aspra del vivere quotidiano a fargli riconoscere il timbro di quella che è la voce dello Spirito. La voce dello Spirito ha un timbro suo inconfondibile e delicatissimo, che san Francesco ha saputo udire con una attenzione di fede massima! E ha fatto sì che attraverso la Regolasi potesse custodire e consegnare percorsi buoni per tutti, per vivere proprio così, avendo lo Spirito del Signore. Possiamo così disporre di alcune indicazioni feconde anche per noi, dopo otto secoli; indicazioni non spiritualistiche, vale a dire non stabilite in anticipo rispetto alla vita, ideologicamente; ma spirituali, perché “catturate” dalle vibrazioni del soffio dello Spirito nell’aria respirata abitando in mezzo agli umani. […] non siamo noi a produrre in proprio la “verità”, ma ci viene sempre donata “da fuori”, dall’ascolto vicendevole.
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Francesco d’Assisi ha saputo intercettare “in presa diretta” interrogativi veri e offrire risposte efficaci. Sì, il genio tante volte sta qui: nell’avere la capacità di cogliere domande centrali, non astratte, ma quelle più scottanti e sentite “sulla propria pelle”, in prima persona; per dare a tali domande risposte in grado di convincere, “convincenti” non solo perché “giuste” per quel momento lì, ma anche perché hanno saputo convincere altri, nella distensione dei secoli, a rispondere sulla stessa lunghezza d’onda.
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(tratto da Vivere e seguire, Lettera dei Ministri generali francescani in occasione degli ottocento anni della Regola non bollata, 1221-2021)
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ESSERE PICCOLO PER VIVERE COSE GRANDI
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A essere "piccoli", come indicato nel Vangelo, siamo chiamati tutti in quanto battezzati, e questo invito ci ricorda come stare nella vita, cioè il modo con cui vivere le relazioni, con Dio, con le persone, con il creato. Essere piccolo nella relazione indica che accettiamo di accogliere qualcun'altro e che siamo disposti ad ascoltarlo e a metterci al suo servizio nella verità e nella carità.
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Metterci al servizio dell'altro in modo autentico è possibile solo se abbiamo sperimentato la forza dell'amore di Qualcuno che si è messo al nostro servizio.
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3 ottobre 2020 - SOLENNITÀ' DEL SANTO PADRE NOSTRO SAN FRANCESCO
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CANTO DI UNA CREATURA
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che mi ha rivestito di un saio
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che è diventato un pavimento di rose.
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l’asperità di questo tessuto,
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Le mie spalle sono diventate deboli ma forti:
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sono diventato un contadino di fede.
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Aravo solo la terra di Dio, la sua volontà.
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Felice Colui che mi ha aperto
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il forziere delle sue parole,
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e mi ha dato le chiavi della verità.
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Felice colui che ha riconosciuto il Figlio
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disgiunto dal suo stesso sguardo
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e ha riunito i due sguardi d’amore
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Io mi sono abbandonato, rinnegato,
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io mi sono amato a lungo prima di partire
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per il lungo viaggio verso il Signore.
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come l’uomo chiama “madre”,
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ed ecco il Folle Rigeneratore delle anime.
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Ecco questa veste splendida del creato:
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Dio mi ha coperto di ori e balbuzie
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nel pronunciare le sue parole.
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Tremo di freddo e di paura,
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io, Francesco, povera chiosa di Dio
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dei suoi grandi abbandoni.
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(Alda Merini, Francesco - Canto di una Creatura)
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