CAMMINARE

ANCHE NEL DOLORE

Alla fine di giugno abbiamo dato eco alla voce di padre Ibrahim Alsabagh, frate minore della Custodia di Terra Santa e parroco ad Aleppo, perché la condizione dei siriani, prostrati da anni di guerra e ora anche dalle conseguenze della pandemia, mobiliti la nostra attenzione, le nostre preghiere e le nostre risorse. Oggi, sulla scorta delle parole del Vangelo, desideriamo dare spazio alla città di Beirut e all’opera difficilissima dei frati di Terra Santa destinati alla capitale libanese recentemente scossa dalle esplosioni avvenute nella zona del porto. Cristo ci invita a non ragionare da vincenti, ma a caricarci dei nostri dolori (piccoli o grandi), e a seguirlo: questo significa che anche nel dolore dobbiamo camminare e che la via è aperta da Gesù stesso. Possiamo camminare perché non siamo soli e abbiamo chi ci guida.

Parlando del Libano e delle esplosioni avvenute nella capitale, fr. Roger, minore nel convento francescano di Beirut, racconta: “Èsuccesso tutto dopo una crisi economica molto difficile per il Libano. Negli ultimi mesi tutto è andato peggiorando e il costo della vita è diventato molto alto. Molta gente aveva già perso il lavoro. Sono stato male pensando alla gente povera. Io sono un religioso ma la gente che ha famiglie, bambini, come farà a riparare la propria casa?”. La crisi economica, la fame, la pandemia, e ora gli effetti devastanti dello scoppio di materiale infiammabile avvenuto il 4 agosto scorso: come è possibile sostenere e portare un dolore così grande, apparentemente senza fine? L’opera dei frati, come dimostra padre Ibrahim ad Aleppo, non si ferma: riparte dalle necessità più concrete e non avviene “in solitaria”, ma coinvolge chiunque voglia aiutare altri a rendere più leggero il giogo della croce. Per questo padre Firas Lufti, guardiano del convento di Beirut e Ministro della Regione san Paolo di Terra Santa, ci interpella con queste parole: “La parola solidarietà credo che riassuma tutto: solidarietà spirituale con la preghiera, solidarietà umana nel soccorso alle migliaia di feriti. Moltissime famiglie sono rimaste senza casa e questa catastrofe si aggiunge a molte altre situazioni difficili che sta vivendo il Libano” (custodia.org).

LECTIO DIVINA

COME UN FUOCO ARDENTE

La liturgia di oggi ci prende per mano per accompagnarci a prendere coscienza di un aspetto fondamentale della vita di un cristiano: la messa in discussione delle proprie idee, delle proprie abitudini e della bontà dei propri sentimenti. La Parola di Dio ci invita a renderci disponibili a tutto questo, a lasciar morire in noi ciò che ci fa male per poter sperimentare la Vita. Ci suggerisce di non lasciarci scoraggiare dai fallimenti e dall'apparente mancanza di risultati, perché la realizzazione delle promesse di Dio non segue i percorsi veloci e superficiali a cui siamo abituati. Ci invita a fare a piccoli passi proprio ciò per cui sentiamo resistenze interiori, perché solo così Dio può farci i suoi immensi doni.

30 agosto 2020 - XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/A