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clarisse Farnese
Newsletter n° 27
agosto 2020
SPUNTI DI RIFLESSIONE

CONFIDARE

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“Il Signore non ci salva dalla storia ma dentro la storia, non ci salva dal Covid-19, ma nel Covid-19, non ci salva dalla solitudine, ma nella solitudine, non ci salva dalla paura, ma nelle nostre paure”. Lo scrive il ministro generale dell’ordine dei Frati minori, padre Michael A. Perry, in una lettera inviata alle Clarisse in occasione della festa di Santa Chiara. Invita a confidare nella Provvidenza, perché finora il Signore non ci ha abbandonato, né ci abbandonerà” ed a “vivere nella semplicità, evitando ogni spreco; vivere in solidarietà, fare del nostro meglio per fare il bene che possiamo fare. Contiamo su di voi e sulla sapienza del vostro stile di vita per aiutarci a osare ad essere nuovi dopo questa crisi. I vostri monasteri sono riserve di pace, serenità, speranza e compassione per coloro che sono in prima linea nella battaglia. Nell’impotenza che abbiamo sperimentato con voi, perché non siamo stati in grado di uscire per aiutare i malati e i bisognosi, abbiamo osato pregare con voi la preghiera d’intercessione. Pregare non solo per noi stessi o per quelli che sono nella loro solitudine o malattia, ma anche per coloro che rischiano la salute e la vita prendendosi cura degli altri”.
LECTIO DIVINA

CAMMINARE SULLE ACQUE DELLE NOSTRE PAURE

La paura è nemica della fede, e la fede è l'unico antidoto alla paura: questo è il messaggio delle letture di questa domenica. Avere paura è naturale , per salvaguardare se stessi e gli altri in caso di pericolo. Gesù non condanna la paura: ci invita, però, a non lasciarci sommergere, soffocare o paralizzare da essa; a non nutrirla di pensieri che la rendano padrona della nostra vita, delle nostre scelte; a non lottare, quando siamo nella tempesta, come eroi che contano sulle sole proprie forze. Alleniamoci, come Pietro, a vincere il dubbio dell'assenza di Dio nei momenti difficili; impariamo, fidandoci della Sua presenza, a "camminare sulle acque" delle nostre paure.

9 agosto 2020 - XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/A


lectio

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La diretta di sabato 15 agosto è SOSPESA per la Festa dell'Assunta

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11 AGOSTO
SANTA CHIARA D'ASSISI

FECONDITA' E GIOIA

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L'11 agosto noi clarisse ricordiamo la nostra madre Santa Chiara. A distanza di secoli la sua vita riesce ancora a parlare in modo eloquente di moltissimi aspetti dell'esistenza umana, restituendo uno sguardo carico di fiducia in Dio Padre. Lasciandoci ispirare dalla liturgia, accenniamo a due tratti della vita di Chiara: la fecondità spirituale e la gioia.

"Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me" (Gv 15,4). Santa Chiara ci testimonia esattamente questo con la sua vita: la radice della fecondità è nel rapporto custodito con Dio, con la sorgente. E' possibile allora capire come una donna che ha vissuto la maggior parte della sua vita non solo "rinchiusa" in un luogo ma anche "ferma" a letto per 29 anni a causa della malattia, possa aver portato tanto frutto. Frutto nella sua comunità, nella sua città, nelle persone che entravano ed entrano in contatto con lei; frutto nella Chiesa, nella storia, nel mondo, nell'umanità. Chiara ci testimonia che i vincoli che possiamo sperimentare nella vita (di salute, di mobilità, di povertà) non sono di ostacolo alla grazia di Dio. Sono soltanto le condizioni in cui lasciarsi fecondare da Dioper portare frutto. La fragilità, assunta con fatica certo, diventa uno strumento nelle mani di Dio. Questo Chiara non lo ha solo capito, lo ha anche vissuto.

"Canterà come nei giorni della sua giovinezza" (Os 2,17). Cantare è il verbo della gioia, quella che Chiara diffonde attorno a lei ed ha contraddistinto l'intera sua vita. Anche dalle sue lettere traspare una profonda letizia: Sono ripiena di gioia e respiro di esultanza nel Signorequando posso constatare che tu (cammini) nella sequela di Gesù Cristo povero e umile. Davvero posso gioire e nessuno potrebbe strapparmi da così grande gioia…” (3^ lett. 4-5). Chiara ci canta il segreto della gioia autentica, quella che non passa: dare fiducia a Dio anche nelle difficoltà e contraddizioni della vita per scoprire e riconoscere i segni dell'intervento di Dio nella vita propria e degli altri. Chiara sa che Dio non delude le promesse di bene fatte a ciascuno dei suoi figli e gioisce enormemente nel vedere come Dio le porta a compimento.
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