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clarisse Farnese
Newsletter n° 24
luglio 2020
SPUNTI DI RIFLESSIONE

IL CIELO DIETRO LE SBARRE

Debole, fiacco e senza carattere: così si descriveva Jacques Fesch (1930-1957), ghigliottinato a Parigi per l’omicidio di un poliziotto e protagonista di un cammino spirituale di conversione tale da meritargli l’appellativo di “buon ladrone del XX secolo”. La sua vicenda, drammatica e complessa, richiama le tre parabole del Vangelo di oggi: ci permette di guardare con gli occhi di Dio ciò che non è stato visibile a tanti occhi umani, ci guida a riconoscere la presenza del grano, del minuscolo granello di senapa e del lievito in un giovane che per primo descrive la sua infanzia e la sua adolescenza come anni apparentemente privi di consistenza e di vita. Eppure un germoglio di luce cresceva insieme alla zizzania dell’inconcludenza, dell’ateismo, dei sogni scapestrati che portarono Jacques a compiere un omicidio involontario durante una rapina malriuscita. Arrestato e rinchiuso a La Santè, il carcere parigino, sarà condannato a morte (nonostante varie attenuanti non riconosciute). In tre anni di duro regime carcerario, stimolato dalla fede del cappellano e del proprio avvocato, Jacques compirà un cammino di progressiva unione a Dio e conformazione a Cristo che gli permetteranno di scrivere, a poche settimane dall’esecuzione: “…questa mia morte è per me fonte di gioia, perché vi è qualcosa che posso donare…”. Offrirà la sua vita, in particolare, per la conversione del padre. Noi oggi, grazie agli scritti e alle lettere che ha lasciato e che sono stati pubblicati in questi anni, possiamo contemplare e gustare il grano, l’albero e la pasta che il cammino spirituale di questo ragazzo ha fatto maturare e lievitare.
LECTIO DIVINA

NELLA TENSIONE

LA VITA

Con la parabola della zizzania nel campo, Gesù ci mostra come la tensione tra forze opposte sia elemento costitutivo della vita terrena. Dovremmo allora avere il coraggio di accogliere noi stessi e gli altri per quello che sono, nelle nostre e loro contraddizioni, mantenendo vivo lo sguardo della fede, della comunione, dell’unità, accettando così la crescita dell’insieme. Infatti, con la parabola del granello di senape e del lievito Gesù ci vuole indicare che una piccola quantità farà crescere l’insieme, il tutto, il bene, l’amore.

19 luglio 2020 - XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO/A


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PREGA CON NOI

UN SEMPLICE VELO CI SEPARA


Se si dovessero riassumere le impressioni di un credente illuminato dalla grazia,
bisognerebbe usare i termini:
presenza, calore, luce, dolcezza, gravità…
parole che non rivelano granchè a chi non vede…
Si potrebbe forse rappresentare terra e cielo
come un piano tutto gobbe e buche. Ne vediamo solo una faccia,
e le gobbe appaiono là dove sono
e tutti possono vederle.
Nei momenti di presenza divina,
quando la grazia illumina un’anima,
questa viene ammessa a gettare
un brevissimo sguardo sull’altra faccia del piano,
e le gobbe appaiono come delle buche,
e le buche come delle gobbe!...
Il regno di Dio è realmente in noi,
un semplice velo ci separa,
ma siamo talmente abituati a vedere con occhi di carne,
e a ragionare con la nostra intelligenza…
che il velo non si squarcia.
Come squarciarlo?
Con l’amore, l’umiltà,
l’astrazione da noi stessi,
la preghiera,
la fiducia in Dio.

(Jacques Fesch, Giornale intimo, 14 agosto 1957)
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