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"Con voi ascolto ciò che dico"
(Gregorio Magno)

Newsletter n°31
agosto 2021
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PENSIERI DA VIVERE

NEWS DAL MONASTERO

Senza titolo
Il Signore rivolga a voi il suo volto e vi doni la sua pace,
a voi, sorelle e figlie mie, e a tutte coloro che verranno dopo di voi e rimarranno in questa nostra comunità e alle altre tutte.
(Dalla Benedizione di Santa Chiara, FF2854)



Carissimi amici e amiche,
siamo Maria Chiara, Stefania e Camilla, postulanti del monastero di Farnese. Già da qualche mese viviamo in questa comunità, ma veniamo da realtà differenti e le nostre strade si sono incrociate qui, dopo l'esperienza del lockdown. Per tutte noi è stato un tempo privilegiato di riflessione grazie al quale siamo riuscite ad ascoltare i nostri desideri più profondi.

Maria Chiara viene da Viterbo, ha 39 anni, è laureata in lingue e letterature straniere ed è la prima delle tre ad essersi affacciata in questa fraternità. Da sempre desiderosa di mettersi al servizio degli altri e dei più deboli, è stata impegnata diversi anni come volontaria dell'Unitalsi e come catechista nella propria parrocchia. La sua grande passione per la fotografia l'ha condotta ad assumere uno sguardo attento sulla realtà e a saper guardare le cose da diversi punti di vista. Attraverso il desiderio di incontrare il Signore nella preghiera, ha iniziato a interrogarsi sulla strada da percorrere nella vita, comprendendo di essere chiamata alla contemplazione e alla vita fraterna.

Stefania viene da Rosarno, in Calabria, e ha 32 anni. Non aveva mai sentito parlare delle Clarisse di Farnese: il monastero le è stato indicato dal suo padre spirituale, che già conosceva suor Barbara, anche lei di Rosarno. Si dedica allo studio della filosofia, grazie alla quale spera di raggiungere un senso di pienezza. Nel tempo, avendo intrapreso un cammino di fede, intuisce di non poter trovare le risposte che cerca negli studi. Appena laureata giunge nel nostro monastero, dove ha maturato la decisione di voler seguire il Signore in totalità.

Dulcis in fundo...Camilla, 29 anni, laureata in architettura: è la più giovane della comunità, viene da Ciampino e da qualche anno frequenta i frati di San Bonaventura al Palatino a Roma.
Nello scoutismo, sin da bambina, ha maturato e sperimentato la bellezza della fraternità, della ricerca interiore e del servizio al prossimo. Incontra San Francesco grazie ai frati scout di Assisi con i quali ha condiviso molte esperienze. Venuta in contatto con realtà monastiche ed eremitiche, decide di seguire sino in fondo questa chiamata, seguendo le orme di Santa Chiara.

Insieme in Cristo, “sollecite di conservare sempre vicendevolmente l’unità dell’amore reciproco, che è il vincolo della perfezione” (Reg 10,7) con sandali e in umiltà camminiamo incontro a Cristo.

Il Signore sia sempre con voi, ed Egli faccia che voi siate sempre con Lui.

Maria Chiara, Stefania, Camilla
LECTIO DIVINA

MORMORIAMO CONTRO QUELLO CHE NON COMPRENDIAMO

"Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato": il vangelo ci ricorda che ci sono cose che l’uomo non può procurarsi da sè; cose di cui può gustare il sapore e di cui può appassionarsi, perchè qualcuno gliene fa dono. La fede, la speranza e la carità funzionano così: sono un dono di Dio, non una capacità umana. Non si sviluppano e non crescono in base alla nostra bontà, intelligenza o bravura. Non li meritiamo ma ha una certa rilevanza che ne abbiamo almeno il desiderio e, una volta ricevuti, è importante indirizzare la nostra libertà per farne buon uso.
8 agosto 2021 - XIX DOMENICA DEL T.O./B
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PENSIERI PER PREGARE

UN DIO DA RESPIRARE,

UN DIO DA MANGIARE

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I sacramenti dell'iniziazione creano l'uomo nuovo ed introducono alla vita di Cristo, ma ciò è affidato all'operosità umana.
Risalendo dall'acqua battesimale, portiamo il Salvatore nelle anime nostre, nella testa, negli occhi, nelle viscere, in tutte le membra, puro da peccato, libero da ogni corruzione, quale risorse e apparve ai discepoli e ascese al cielo, quale verrà di nuovo a chiedere conto di questo tesoro. Così, una volta generati e come coniati nell'immagine e nella forma del Cristo, perché non possiamo introdurre alcun'altra forma estranea, egli occupa le vie per le quali entra la vita. Poiché la vita del corpo si sostiene con l'aria e col cibo, egli si insinua nelle anime nostre per le stesse vie dell'aria e del cibo e fa sue entrambe le porte, l'una come unguento e profumo, l'altra come cibo appropriato. Infatti lo respiriamo ed egli diventa il nostro cibo. Così, mescolandosi e fondendosi a noi in tutto, fa di noi il suo corpo e diviene per noi quello che il capo è per le membra.
Questa è la vita in Cristo: i divini misteri la formano, ma anche l'umana cura vi ha qualche parte.

(N. Cabasilas, La vita in Cristo, Libro I, cap. 6)

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