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"Con voi ascolto ciò che dico"
(Gregorio Magno)

Newsletter n°28
luglio 2021
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PENSIERI DA VIVERE

DIO E' NEI DETTAGLI - 2

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Il Vangelo di Marco, che ci accompagna in questo anno liturgico, ha delle caratteristiche proprie, tematiche e domande specifiche che lo attraversano: conoscerle e tenerle a mente mentre lo leggiamo o lo ascoltiamo, ci offre la chiave per aprire la mente e il cuore alla Parola, per lasciarci toccare in profondità, per essere “di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori” (Giac 1,22).

DOVE?
I discepoli entrano subito in scena (Mc 1,16-20): stanno lavorando, sappiamo bene che sono pescatori, e Gesù li interpella all’interno del loro contesto vitale. Il Vangelo fotografa Simone e Andrea mentre gettano le reti in mare, Giacomo e Giovanni mentre le riassettano: nella Scrittura nessun particolare è casuale, tanto meno in un testo breve come il Vangelo di Marco. Ognuno di noi può incontrare il Signore nella normalità del suo lavoro, nei particolari apparentemente banali e ripetitivi della giornata, che acquistano subito un altro sapore.

COME E PERCHE’?
Gesù è un Maestro che “vede”, che sceglie i suoi discepoli, contrariamente alla consuetudine che vuole che sia il discepolo a scegliere il suo rabbì: siamo abituati a scegliere ciò che preferiamo, il sacerdote che predica meglio, le letture che maggiormente ci nutrono, la musica che ci emoziona…Gesù, invece, ci mette gli occhi addosso e ci chiede di mettere tutta la vita a disposizione del Regno di Dio: la sua voce tocca in profondità, nasce da dentro, trasforma la nostra volontà (di successo, di dominio, di potere…); distoglie l’attenzione dalle preoccupazioni esclusivamente personali e apre gli occhi su chi ci sta intorno: ai primi discepoli, che sono pescatori – mestiere durissimo e carico di preoccupazioni – dice: “Vi farò pescatori…di uomini”. Il loro mestiere si apre alla relazione con l’altro e la mette al centro: il senso della vita diventa più ampio, non siamo più un circuito chiuso.

CHI SONO IO PER TE?
Chi seguiva un rabbì desiderava fare, a sua volta, carriera: il Signore, invece, ci chiama a vivere concretamente con Lui, a dividere la vita con Lui, perché possiamo dare vita, gioia e pienezza ad altri.
“Ma VOI, chi dite che io sia?” (Mc 8,29): Marco è il Vangelo attraversato dallo svelamento progressivo dell’identità di Cristo. Questa domanda è personale e comunitaria allo stesso tempo: è rivolta a me e a coloro che camminano con me; la risposta matura nel tempo, ciò che conta è non smettere di interrogarsi e, nei momenti di dubbio e di oscurità, non stancarsi di domandare luce al Maestro o ai “maestri” che ci accompagnano e che fanno da mediatori.
LECTIO DIVINA

NIENT'ALTRO CHE UN BASTONE

In questa XV Domenica del tempo ordinario il Signore ci invita a portare nel viaggio della nostra esistenza unicamente il bastone, che simboleggia la fede, la fiducia in Lui: "ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone". Ci invita inoltre a disattendere gli atti eroici individuali, a non lasciarci dominare dall'io-penso e dall'io-sento ma a renderci disponibili a ciò che conta davvero, cioè alla comunione: "Gesù chiamò a sè i dodici e prese a mandarli due a due".
11 luglio 2021 - XV DOMENICA DEL T.O./B
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PENSIERI PER PREGARE

CRISTO E LA CAMERA DA LETTO

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Intendiamo mettere in evidenza il nesso che esiste fra Cristo e la camera da letto. Prima di tutto, la stanza da letto non è la cuccia del cane, né un deposito di cianfrusaglie, né una sala di ricreazione o, ancor meno, la sala da pranzo. La camera da letto serve per dormire, per riposare. Il riposo notturno è essenziale per la vita dell’uomo, affinché egli possa lavorare con energia e allegria. Alzarsi la mattina, aprire gli occhi e mettersi subito in ginocchio di fronte al Mistero che penetra nella camera da letto all’alba è affermare la consistenza del proprio Io, la consapevolezza del proprio destino. Anche andare a coricarsi dopo una giornata di lavoro e, prima di spegnere la luce, mettersi in ginocchio e riconoscere con gratitudine quello che è successo durante il giorno, ringraziando il Mistero di Dio e chiedendogli perdono per le proprie miserie, è il modo più gradevole per riposare: il letto si trasforma nelle braccia del Creatore che accoglie la sua creatura per il meritato riposo dopo la grande liturgia quotidiana che è il lavoro. Perciò, la bellezza del letto che coincide con quest’atteggiamento si esprime sia nella pulizia delle lenzuola, che devono essere sempre ben sistemate, sia nell’ordine che deve regnare nell’armadio e nel resto della stanza, dove l’essenzialità va di pari passo con le necessità della persona. La sistemazione mattutina del letto e la pulizia quotidiana della camera ove è necessario è un’educazione a vivere della memoria di Cristo, che è il significato anche di questa parte della casa.

(Aldo Trento, Cristo e il lavandino, Lindau, 2011)
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