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"Con voi ascolto ciò che dico"
(Gregorio Magno)

Newsletter n°26
giugno 2021
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PENSIERI DA VIVERE

DOPO L'AMORE

NULLA SARA' COME PRIMA

giobbe
Sapiente è l’uomo che sa bene che dopo l’Amore nulla sarà più come prima e dovrà portarne il peso (don Alessandro Dehò).

Partiamo da una frase di don Alessandro Dehò, che in comunità abbiamo imparato a conoscere attraverso alcune sue riflessioni pubblicate su YouTube: riflessioni appassionate, veraci, che mettono in movimento il cuore e la mente, che interrogano la Scrittura e la vita insieme, con la semplicità, la creatività e la ricerca di verità dell’uomo “sapiente”.
Insieme alla biblista Cecilia Caiazza, che di nuovo ci ha offerto una lezione sui Libri sapienziali, abbiamo cercato di comprendere che cosa sia la sapienza: una dote per “guru spirituali” dalla barba lunga? La capacità di guardare alla vita con distacco ascetico? Una particolare forma di intelligenza, data da un bagaglio di conoscenze? Vediamo...

GUSTARE E VEDERE
Sapio, in latino, significa avere sapore, avere odore, gustare: la sapienza è dunque il frutto di ciò che si è gustato, il frutto dell’esperienza di chi la vita l’ha assaggiata coinvolgendosi totalmente. In greco il sapiente (σοφός, sofòs) è colui che vede chiaramente(φῶς, phōs, è la luce): nell’antichitàil termine indicava una particolare abilità artigiana, una eccezionale capacità di concepire un oggetto nella mente e di saperlo poi realizzare materialmente. La sapienza include dunque intelletto e abilità manuali e creative di alto livello. Nel Salmo 135 non si dice che il Signore “Ha creato i cieli con sapienza, perché il suo amore è per sempre”?
L’uomo saggio, dunque, assapora profondamente la vita, ne coglie le dinamiche essenziali, interviene in essa con creatività, cerca di rispondere alle domande più vere, le uniche sulle quali valga la pena di interrogarsi...

LA SAPIENZA COME SOSTEGNO
“Egli si appoggerà su di lei e non vacillerà, si affiderà a lei e non resterà confuso”(Sir 15,4): insieme a Proverbi, Qohelet, Sapienza e Giobbe, con i libri poetici dei Salmi e del Cantico dei cantici, Siracide fa parte dei Libri sapienziali. Se iniziamo a leggerli e a meditarli, in essi troveremo domande e meditazioni sui temi del dolore e della morte, sull’ingiustizia, sulle difficoltà della vita, sulle relazioni, sull’accumulo delle ricchezze e sulla felicità.

LA SAPIENZA DI GIOBBE
Il dolore diventa per il giusto Giobbe banco di prova della sua fiducia in Dio e nella vita: nonostante l’assurdità del male che lo ha colpito negli affetti, nei beni, nel corpo, di fronte all’incomprensione della moglie e degli amici, Giobbe manifesta a un Dio apparentemente silenzioso tutto il suo dolore:“L’angoscia l’ha fatto uscire da sé, ha spezzato il suo essere, l’ha fatto andare alla deriva”(da Ph. Nemp, Giobbe e l’eccesso di male).Nel dolore assaporiamo nostro malgrado e vediamo in modo inedito: Giobbe apostrofa un Tu, parla direttamente ad un Dio del quale, fino a quel momento, aveva una conoscenza tecnica da “teologo”: “Perché tu fai soffrire me? Perché sono qui nella schiavitù e nella sofferenza, perché non sono altrove nella libertà e nella beatitudine? Perché esiste il male e non il bene?” (ibid.). Quando crollano le impalcature delle nostre certezze di salute, di benessere, lasciamo finalmente parlare la nostra anima. Giobbe impara dalla sua esperienza in vista di che cosa il male lo ha ferito: non si domanda più “perchè?”, ma arriva a possedere “la volontà di non peccare, di lottare per sempre contro il male, di fare di questa lotta l’orientamento di tutta la sua vita”(ibid.). La sintesi di tutta la sua vicenda è contenuta nel noto versetto finale che recita: “Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono”(Gb 42,5).
LECTIO DIVINA

QUANDO LA FIDUCIA

FA MIRACOLI

Malattia e sofferenza sono i grandi temi che ci vengono offerti in questa XIII Domenica del tempo ordinario, temi di fronte ai quali solitamente si scappa o ci si arena. Oggi invece ci vengono raccontati in modo inedito attraverso due figure che affrontano queste situazioni con umiltà e insieme coraggio.
Ci viene narrata la disperazione di un padre, Giairo, di fronte al dolore più grande che si possa sopportare, e la disperazione di una donna malata, che consuma tutto quello che possiede per tentare di essere guarita.
27 giugno 2021 - XIII DOMENICA DEL T.O./B
emorroissa 2
PENSIERI PER PREGARE

SALMO 89

19
Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti, Signore; fino a quando?
Muoviti a pietà dei tuoi servi.
Saziaci al mattino con la tua grazia:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni di afflizione,
per gli anni in cui abbiamo visto la sventura.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e la tua gloria ai loro figli.
Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:
rafforza per noi l'opera delle nostre mani,
l'opera delle nostre mani rafforza.

(Salmo 89, 12-17)

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