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"Con voi ascolto ciò che dico"
(Gregorio Magno)

Newsletter n°24
giugno 2021
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PENSIERI DA VIVERE

PROFETI DI IERI E DI OGGI

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Sollecitate dall’incontro formativo che abbiamo avuto con Cecilia Caiazza, biblista, avente come oggetto i tratti essenziali della figura del profeta, ci siamo interrogate su cosa può significare essere profeta oggi.

Il profeta biblico è un uomo appartenente al popolo di Dio, che proclama la verità del Signore in un preciso contesto, a lui contemporaneo. Non è il profeta che decide di occupare il suo ruolo, lui riceve e risponde ad un invito pressante rivoltogli da Dio. Il profeta non è necessariamente un santo, anche se è buona cosa che lo diventi. È un uomo preso da Dio e che si consegna a Dio con tutto se stesso, con i pregi e i difetti. La parola di Dio che trasmette agli altri, egli la vive innanzitutto nella sua carne: “la profezia, insediata nel cuore del profeta, lo rode dal di dentro” (Neher). Egli è fedele a Dio e solidale con gli uomini, infatti è un appassionato intercessore.

E il profeta oggi? Fa quello che faceva anche tanti secoli fa: cerca in tutti i modi di convincerci che siamo figli amati, nè sudditi nè creature abbandonate, e cerca di risvegliare in noi la responsabilità di agire da fratelli e sorelle. Tutto questo non è facile da accogliere e vivere, perchè la società e la cultura in cui viviamo seguono ben altre logiche e, in queste logiche perverse, ci siamo cresciuti dentro. Per tale motivo la logica del Vangelo ci pare uno scandalo e, per tale motivo, ci servono profeti che risveglino in noi la verità e quanto c’è di buono e autentico seminato in ognuno. Il profeta è un segno di contraddizione rispetto al modello dominante, è una persona scomoda. Non offre false soluzioni a buon mercato, non propina illusioni, quindi non gode di successo. Si prende a cuore il destino degli altri a tal punto che è diposto a pagare di persona, perchè la fedeltà alla verità si paga.

Magari anche noi abbiamo incontrato qualcuno che è stato capace di risvegliare in noi le domande più scomode e profonde, qualcuno che ha osato dar voce al bisogno di Padre che ci portiamo dentro, qualcuno che ci ha ferito ricordandoci le cose da cui scappiamo facendoci del male. Magari anche noi abbiamo incontrato qualcuno capace di voler bene fino in fondo e fino alla fine, qualcuno che ci ricorda l’amore con cui ci ama Dio.
LECTIO DIVINA

INFINITAMENTE PICCOLO, INFINITAMENTE INDISPENSABILE

Le due parabole contenute nel Vangelo di questa XI Domenica del tempo ordinario ci suggeriscono tre elementi fondanti che dovrebbero meglio orientare tutta la nostra esistenza e ridurre le nostre angosce:
1) è necessario "seminare" altrimenti il frutto non verrà mai fuori, non ha importanza se col grano crescerà anche molta erba infestante e nociva, ma è più pericoloso non seminare, quindi non camminare, vivendo col terrore di sbagliare e quindi di essere imperfetti: è meglio "camminare", "seminare", pur non possedendo mai la perfezione
2) la Grazia divina non costa nulla, è gratis ed è per tutti ma certamente non è sotto il nostro ossessivo controllo, la vita non dipende da noi e dalle nostre forze, come quasi spesso ingenuamente crediamo: il seme cresce ma in maniera assolutamente indipendente dal contadino
3) è il dettaglio a fare la differenza...
13 giugno 2021 - XI DOMENICA DEL T.O./B
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PENSIERI PER PREGARE

IL TUO PARLARE ERA BALSAMO PER LE MIE FERITE

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Nei giorni della fuga, quando ho chiamato realismo la resa, mentre fuggivo nel deserto per difendermi dagli strali della storia, mi hai raggiunto Dio con il tuo angelo.
Con il tempo, con la pazienza, mi hai nutrito con l’acqua e il pane. Mi sono rimesso in piedi perchè tu mi chiamavi dal futuro.
Il vento impetuoso e gagliardo mi ha fatto sentire ancor più fragile ed esposto.
Il terremoto e il fuoco hanno acuito in me lo spavento. Ma quando mi hai raggiunto tu, sottile filo di silenzio, ho sentito che il tuo parlare era balsamo per le mie ferite.
È svanita la mia folle solitudine: settemila persone erano con me e non piegavano le ginocchia agli idoli muti.

Ezio Gazzotti

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