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profess sr grazia
Newsletter n° 47
dicembre 2020

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

PIETRE VIVE

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Abbiamo attraversato giorni duri, noi non tanto avvezzi alle calamità, alle sofferenze prolungate; noi che, come è naturale, tendiamo a trovare soluzioni che subito ci facciano sentire meglio, alleviando in fretta la morsa del dolore, di qualunque natura esso sia. Eppure le difficoltà, se vissute e attraversate con fede, ci spogliano di ciò che non è essenziale e ci fanno nascere un’altra volta: più essenziali e più belli, più vivi.
La riflessione che vi proponiamo nasce dalla scoperta e dalla contemplazione delle opere di un artista siriano contemporaneo che attraverso i sassi, le pietre, trasmette sentimenti, emozioni, commuove e apre il cuore alla compassione. Nizar Ali Badr vive in Latakia, Siria, martoriata dalla guerra, dalla fame e ora anche dalla pandemia: conosce bene la durezza della vita lui che, a causa della povertà diffusa nel paese, non è in grado di acquistare la colla per allestire le sue composizioni in maniera permanente. Allora crea i suoi quadri di pietra, dove prendono vita genitori, bambini, anziani, amore e morte, famiglie felici, famiglie in fuga con le loro povere cose, vecchi solitari… e poi fiori, alberi e altalene. Fotografa e poi disfa e ricompone un’altra storia. Tutto nasce da una materia che evoca asprezza, durezza di cuore, fame e sete, immobilità; contemporaneamente, come tutti i simboli, la pietra parla però anche di altro: di essenzialità, di solidità, di affidabilità. Giovanni Battista, uomo del deserto scabro, forgiato dai digiuni e dalla solitudine, è la voce che annuncia la luce, è il testimone per eccellenza dell’Amore che darà compimento alla Legge antica data all’uomo “per la durezza del suo cuore”; nei Vangeli di Matteo e di Luca, Gesù ci invita, attraverso una nota parabola, a costruire la casa sulla roccia; e la roccia che dà vita, sulla quale appoggiarci senza riserve, prefigurata nell’Antico Testamento dalla roccia che darà da bere agli Israeliti nel deserto, è Cristo.
L’arte di Nizar, dedicata soprattutto al dramma della guerra e dei migranti, parla anche a noi, rende visibile il cammino da percorrere: quello di lasciarsi levigare dagli eventi, come i ciottoli che lui raccoglie dalle acque del mare, in riva alla spiaggia; di lasciare che il dolore riduca in noi ciò che è superfluo e illusorio; di rinascere più veri, più solidi, più capaci di trasmettere amore, di manifestare e di accogliere ciò che nasce dal cuore nostro e di chi ci vive accanto. In questi mesi, nonostante il buio e la paura, abbiamo ascoltato storie di amore e di coraggio, testimonianze di chi, ferito duramente dalla malattia, ha parlato di “momento di grazia”, di opportunità di crescita e di cambiamento: parole vere, vive, di chi nel deserto ci ha camminato, ha sostato a volte molto a lungo, ha sofferto, per poi trovare l’acqua, la luce, il calore di una Presenza fedele, permanente.
LECTIO DIVINA

UN BAMBINO PER CAMBIARE IL CUORE

Dio si è fatto bambino, uomo di carne; il Creatore è apparso nel mondo come creatura ordinaria. La Liturgia del giorno di Natale ci “consola”, ovvero ci regala pienezza di vita, perché ricorda a noi smemorati a causa della sfiducia, di questo tempo difficile da digerire e assimilare, che il Figlio di Dio ha camminato come noi e con noi, e continua a farlo, anche ora, mentre leggiamo queste righe, mentre meditiamo, mentre siamo presi fra i preparativi di un Natale apparentemente in tono minore e il pensiero per chi è malato, per chi non c’è più, per un futuro umanamente incerto.
25 dicembre 2020 - SANTO NATALE
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PREGA CON NOI

LA TUA LUCE NELLA NOTTE

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Durante la notte,
quando tutte le voci,
i moti dell'uomo e ogni sorta di affanno
si acquietano,
illumina in te la nostra anima,
nei suoi moti, o Gesù, luce dei giusti.

Nell'ora in cui la tenebra,
come un mantello, si stende su tutto,
fa' splendere per noi la tua grazia,
mio Signore, al posto della luce sensibile,
la luce del sole creato,
che allietava gli occhi del nostro corpo.
Risplenda la tua luce
dentro la nostra tenebra
che è più estesa del sole.

Durante la notte,
che acquieta tutte le cose del mondo
affaticato dalle sue attività,
accogli la nostra anima nel tuo stupore.
In esso è la quiete,
che è più grande del silenzio...

Nell'ora che dà riposo agli affaticati,
mio Signore,
si inebrino, per mezzo del sonno
dolce più di tutto,
i nostri pensieri in te, delizia dei santi.

(Isacco il Siro, VII sec.)

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