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profess sr grazia
Newsletter n° 45
dicembre 2020

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

LA GIOIA DI ESSERE RIGENERATI

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Nella domenica di Avvento cosiddetta Gaudete, “Gioite!”, torniamo a parlare della gioia, tema ricorrente negli interventi di Papa Francesco, nei suoi scritti (Evangelli gaudium, Gaudete et exultate…), nelle sue omelie. Diamo risalto a quello che per noi cristiani è frutto dello Spirito Santo per contribuire, in questo tempo difficile per tutti noi, a dare un senso alle prove, alle sofferenze, alla vita nei suoi momenti luminosi e bui. “La gioia non è vivere di risata in risata, no, non è quello” e non è nemmeno “essere divertente” chiarisce il Papa in uno dei suoi tanti interventi in proposito (2018). Essa è “il respiro, il modo di esprimersi del cristiano”: non è una cosa che si compra o che si raggiunge con uno sforzo, è un dono di Dio, è frutto dello Spirito Santo che ci mette “in tensione fra il ricordo — la memoria di essere rigenerati, come dice san Pietro, che ci ha salvato Gesù — e la speranza di quello che ci aspetta. Se noi dimentichiamo quello che ha fatto il Signore per noi, dare la vita, rigenerarci — è forte la parola, rigenerarci, una nuova creazione come dice la liturgia — e se noi non guardiamo a quello che ci aspetta, l’incontro con Gesù Cristo, se noi non abbiamo memoria, non abbiamo speranza, non possiamo avere gioia. Magari abbiamo sì sorrisi, ma la gioia no”. Precisa il Papa, con spirito profetico per questo tempo particolarmente faticoso: “il primo scalino della gioia è la pace: sì, quando vengono le prove, uno soffre; ma scende e trova la pace e quella pace non può toglierla nessuno. La gioia cristiana è la pace, la pace che c’è nelle radici, la pace del cuore, la pace che soltanto Dio ci può dare”. “Non è facile custodire questa gioia. L’apostolo Pietro dice che è la fedeche la custodisce: io credo che Dio mi ha rigenerato, credo che mi darà quel premio”.
Se ci siamo trovati impreparati, sfiduciati se non addirittura disperati in questi mesi è forse perché “viviamo in una cultura non gioiosa, una cultura dove si inventano tante cose per divertirci, spassarsela; ci offrono dappertutto pezzettini di dolce vita”, ma non la gioia radicale di Cristo.
“Com’è il mio cuore? È pacifico, è gioioso, è in consolazione?” ci chiede di domandarci Francesco. “Anche nel momento del turbamento, nel momento della prova, quel mio cuore è un cuore non inquieto bene, con quella inquietudine che non è buona: c’è un’inquietudine buona ma ce n’è un’altra che non è buona, quella di cercare le sicurezze dappertutto, quella di cercare il piacere dappertutto”. Cerchiamo, invece, in Cristo, nella memoria della sua incarnazione, che lo ha reso nostro compagno di viaggio in tutti gli aspetti dell’esistenza, e nella certezza della Risurrezione che ha spalancato all’uomo gli orizzonti dell’Eternità.
LECTIO DIVINA

APRIRE IL CUORE ALLA VOCE DELLO SPIRITO

Le letture della III domenica di Avvento, detta Domenica Gaudete, ci offrono come temi principali quello della gioia, della luce e dell'attesa del Salvatore. Guidati da queste letture, lasciamoci riempire e trasportare dallo Spirito Santo per liberare il cuore da tutto ciò che è vano, per convertirlo sempre di più a Dio, per credere alla Sua promessa d'amore e per questo esultare e gioire nell'anima.
13 dicembre 2020 - III DOMENICA DI AVVENTO/B
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PREGA CON NOI

SULLA GIOIA

GIOVEDì
Un cuore gioioso è il normale risultato
di un cuore che arde d’amore.
La gioia non è semplicemente una questione di temperamento,
è sempre difficile mantenersi gioiosi:
una ragione di più per dover cercare di attingere
alla gioia e farla crescere nei nostri cuori.

La gioia è preghiera; la gioia è forza; la gioia è amore.
E più dona chi dona con gioia.

Ai bimbi e ai poveri, a tutti coloro che soffrono e sono soli,
donate loro sempre un gaio sorriso;
donate loro non solo le vostre premure, ma anche il vostro cuore.
Può darsi che non si sia in grado di donare molto,
però possiamo sempre donare la gioia
che scaturisce da un cuore colmo d’amore.

Se nel vostro lavoro incontrate difficoltà e le accettate con gioia,
con un largo sorriso, in ciò, al pari di molte altre cose,
vedrete le vostre opere buone.
E il modo migliore per dimostrare la vostra gratitudine
consiste nell’accettare ogni cosa con gioia.
Se sarete colmi di gioia, la gioia risplenderà nei vostri occhi
e nel vostro aspetto, nella vostra conversazione e nel vostro appagamento.
Non sarete in grado di nasconderla poiché la gioia trabocca.
La gioia è assai contagiosa.

Cercate, perciò, di essere sempre
traboccanti di gioia dovunque andiate.
La gioia dev’essere uno dei cardini della nostra vita.
È il pegno di una personalità generosa.
A volte è altresì un manto che avvolge
una vita di sacrificio e di donazione di sé.
Una persona che possiede questa dote spesso raggiunge alti vertici.
Splende come un sole in seno a una comunità.

Che Dio vi renda in amore tutto l’amore che avete donato
o tutta la gioia e la pace che avete seminato attorno a voi,
da un capo all’altro del mondo

(Madre Teresa di Calcutta)
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