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profess sr grazia
Newsletter n° 43
novembre 2020

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

CHI RESTA SALDO?

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Il vigilare-vegliare nelle parole di Cristo (espresso in greco con due verbi, agrypnein, “essere svegli”, e gregorein, “vigilare”) acquista un valore che viene definito, secondo il linguaggio dei teologi, “escatologico”. Gesù vuole, cioè, mettere gli ascoltatori in tensione perché siano pronti all’irruzione del Signore che viene a ‘giudicare’ sia al termine della vita terrena di ciascuno sia alla meta ultima della storia umana. San Paolo esorta spesso i cristiani a “vigilare, a stare saldi nella fede, a vigilare attentamente sulla propria condotta, con perseveranza, vigilando su sé stessi e sull’insegnamento” che si dà agli altri (1Corinzi 16,13; Efesini 5,15; 6,18; 1Timoteo 4,16). Ma come restare saldi nella fede? Ci facciamo aiutare nella riflessione dal teologo Dietrich Bonhoeffer, che nel 1942, in uno scritto destinato agli amici più cari, traccia un lucido resoconto di dieci anni di resistenza al regime di Hitler. Sono parole forti, che derivano dalla sua sofferta esperienza ma nello stesso tempo sono anche parole piene di speranza:
“Per uscire dallo sconcerto provocato dalla quantità di decisioni possibili il dovere sembra capace di fornire la strada sicura. Ciò che viene ordinato appare in questo contesto come la cosa più certa; dell’ordine è responsabile solo chi lo impartisce, non chi lo esegue. Ma se ci si limita a quanto è conforme al dovere non si giunge mai al rischio dell’azione che si compie in forza della propria personale responsabilità, mentre è solo questa che può colpire al cuore il male e vincerlo. L’uomo del dovere alla fine dovrà compiere il proprio dovere anche nei confronti del diavolo.
Chi d’altra parte si propone di cavarsela nel mondo nella più piena libertà personale, chi dà più valore all’azione necessaria che a mantenere immacolata la propria coscienza e la propria reputazione, chi è pronto a scarificare uno sterile principio a un fecondo compromesso, costui stia attento che la sua libertà non lo porti alla rovina. Per impedire il peggio darà il suo assenso al male, e non sarà più in grado di capire che proprio il peggio, che vuole evitare, potrebbe essere il meglio.
C’è chi, sfuggendo al confronto pubblico, sceglie il rifugio della virtù privata. Ma costui deve chiudere occhi e bocca davanti all’ingiustizia che lo circonda. Solo mentendo a se stesso può evitare la contaminazione prodotta dall’azione responsabile. Qualsiasi cosa egli faccia, avvertirà l’inquietudine per ciò che tralascia di fare. Ne sarà prostrato, oppure diventerà più ipocrita dei farisei.
Chi resta saldo? Solo colui che non ha come criterio ultimo la propria ragione, il proprio principio, la propria coscienza, la propria libertà, la propria virtù, ma che è pronto a sacrificare tutto questo quando sia chiamato all’azione ubbidiente e responsabile, nella fede e nel vincolo esclusivo a Dio: l’uomo responsabile, la cui vita non vuole essere altro che una risposta alla domanda e alla chiamata di Dio.
LECTIO DIVINA

PROPRIO A ME?

Attesa e responsabilità nella custodia dei doni affidatici dal Signore sono le disposizioni d'animo a cui ci richiama questa I Domenica d'Avvento del ciclo B dell'Anno liturgico. L'Avvento è sì l'attesa del ritorno del Signore Gesù nella sua gloria, ma è anche l'appello quotidiano a vigilare e costruire il suo Regno cercando di riconoscere i segni già presenti, nella storia del nostro tempo. Accogliamo perciò l'invito che Gesù ci rivolge: "Quello che dico a voi lo dico a tutti, lo dico a tutti: Vegliate!".
29 novembre 2020 - I DOMENICA DI AVVENTO/B
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PREGA CON NOI

LA MIA ANIMA HA FRETTA

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Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma.

Ormai non ho tempo per riunioni interminabili, dove si discute di statuti, norme, procedure e regole interne, sapendo che non si combinerà niente…
Ormai non ho tempo per sopportare persone assurde che nonostante la loro età anagrafica, non sono cresciute.
Ormai non ho tempo per trattare con la mediocrità. Non voglio esserci in riunioni dove sfilano persone gonfie di ego. Non tollero i manipolatori e gli opportunisti. Mi danno fastidio gli invidiosi, che cercano di screditare quelli più capaci, per appropriarsi dei loro posti, talenti e risultati.
Odio, se mi capita di assistere, i difetti che genera la lotta per un incarico maestoso. Le persone non discutono di contenuti, a malapena dei titoli. Il mio tempo è troppo scarso per discutere di titoli. Voglio l’essenza, la mia anima ha fretta… Senza troppe caramelle nella confezione…

Voglio vivere accanto a della gente umana, molto umana. Che sappia sorridere dei propri errori. Che non si gonfi di vittorie. Che non si consideri eletta, prima ancora di esserlo. Che non sfugga alle proprie responsabilità. Che difenda la dignità umana e che desideri soltanto essere dalla parte della verità e l’onestà.

L’essenziale è ciò che fa sì che la vita valga la pena di essere vissuta. Voglio circondarmi di gente che sappia arrivare al cuore delle persone… Gente alla quale i duri colpi della vita, hanno insegnato a crescere con sottili tocchi nell’anima. Sì… ho fretta… di vivere con intensità, che solo la maturità mi può dare.
Pretendo di non sprecare nemmeno una caramella di quelle che mi rimangono… Sono sicuro che saranno più squisite di quelle che ho mangiato finora. Il mio obiettivo è arrivare alla fine soddisfatto e in pace con i miei cari e con la mia coscienza. Spero che anche il tuo lo sia, perché in un modo o nell’altro ci arriverai…
(Mário de Andrade)
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