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profess sr grazia
Newsletter n° 41
novembre 2020

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SPUNTI DI RIFLESSIONE

NON LASCIAMOCI RUBARE LA GIOIA

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Da qualche mese, stimolate da un dialogo avvenuto con Monsignor Gianpiero Palmieri di Roma, stiamo rileggendo insieme la Evangelii Gaudium di Papa Francesco, pubblicata il 24 novembre 2013 a chiusura dell’Anno della Fede, primo anno di pontificato del Papa argentino. Un anno fa, a Roma, si è tenuto un incontro internazionale dal titolo “La Chiesa in uscita - Ricezione e prospettive di Evangelii gaudium”, tenuto dal Papa stesso. Nella vita della Chiesa, nella vita di fede, le parole, le esortazioni, gli insegnamenti, vanno costantemente ripresi, meditati, riletti insieme perché possano portare frutto: i doni, i “talenti” che Dio mette nelle nostre mani, primo fra tutti il Vangelo stesso, non vanno archiviati, “sotterrati” - per riprendere il linguaggio della parabola odierna – per passare ad altro, al best seller del momento la cui storia si dimentica in fretta per essere sostituita da un’altra più avvincente. Per questo la Chiesa ci invita ora a rileggere la Laudato si’ a cinque anni dalla sua pubblicazione, e insieme la Evangelii gaudium. Quest’ultima ha un particolare potere di scuotere - in primis noi religiosi! - da un torpore egoistico, individualista, che trasforma la vita spirituale in una ricerca “ossessiva”, “imperiosa” (EG 81) di spazi di autonomia, distensione e sollievo, che spengono la gioia dell’annuncio missionario. A più riprese, al termine dei paragrafi che scandiscono l’esortazione apostolica, il Papa invita a non lasciarsi rubare l’”entusiasmo missionario” (80), la “gioia dell’evangelizzazione” (83), la “speranza” (86), la “comunità” (92), il “Vangelo” (97), l’”ideale dell’amore fraterno” (101), la “forza missionaria” (109). Tutti “talenti” che molti cristiani, religiosi e laici, sono tentati di accantonare perché scoraggiati dalla desertificazione spirituale, dall’ostilità di una parte consistente del mondo verso Dio e verso Cristo e i cristiani: “Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti” (85). Il senso di sconfitta è la tentazione più pericolosa che può assillarci in un mondo che offre spesso modelli e valori diametralmente opposti al trionfo cristiano della “croce”, che è “vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva contro gli assalti del male” (85).
Questo tempo in cui siamo spesso invitati a “restare in casa”, a “non uscire”, può trasformarsi, per chi desidera viverlo con speranza, in un tempo di maturazione della “Chiesa in uscita”, in un tempo in cui scoprire, riscoprire, “allenare” i nostri talenti spirituali, psichici, intellettuali, artistici…per incontrare di nuovo, maturati nell’Amore, la “moltitudine affamata” del mondo, per amore della quale Cristo “ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6, 37)”.
LECTIO DIVINA

L'AMORE, TALENTO DA MOLTIPLICARE

In queste Domeniche che precedono il tempo dell’Avvento, la liturgia ci dà delle indicazioni non solo sulla necessità della vigilanza, ma sul modo in cui vivere quest'attesa. Innanzitutto ci viene affidato qualcosa: una casa, dell’olio per delle lampade, delle monete. E poi, come ci ricorda la parabola dei talenti di questa XXXIII domenica, l'attesa che viviamo non è oziosa, ma ci chiede di amministrare ciò che abbiamo fra le mani. Siamo davvero in attesa, se siamo fedeli alla storia; se fuggiamo la storia, non aspettiamo più il Signore.
15 novembre 2020 - XXXIII DOMENICA T.O./A
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PREGA CON NOI

LA GIOIA DI CREDERE

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Poiché le parole non sono fatte per rimanere inerti nei nostri libri,
ma per prenderci e correre il mondo in noi,
lascia, o Signore, che di quella lezione di felicità,
di quel fuoco di gioia che accendesti un giorno sul monte,
alcune scintille ci tocchino, ci mordano, c'investano, ci invadano.
Fa' che da essi penetrati come "faville nelle stoppie"
noi corriamo le strade di città accompagnando l'onda delle folle
contagiosi di beatitudine, contagiosi di gioia.
Perché ne abbiamo veramente abbastanza
di tutti i banditori di cattive notizie, di tristi notizie:
essi fan talmente rumore che la tua parola non risuona più.
Fa' esplodere nel loro frastuono il nostro silenzio che palpita del tuo messaggio.

(Madeleine Delbrel, 1904-1964)
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