“La memoria può essere una vera condanna se ti lega in modo rigido alle sofferenze subite o a quelle provocate. Agnese Moro rappresentava questa dinamica con la figura dell’elastico e nel raccontarsi spiega come non riuscisse mai a liberarsi dal male, per cui qualsiasi cosa le succedesse nel quotidiano lei tornava indietro al 9 maggio 1978, il giorno in cui suo padre venne ucciso. Solo grazie al perdono è stata capace di liberarsi da tutto questo tornando alla vita piena”.
(cardinale Matteo Zuppi)