Dio ci crea diversi e ci vuole fratelli nella diversità e non nell’uguaglianza uniforme; uguali si diventa per dignità, partendo dall’accettazione fondante delle differenze.
Dobbiamo accogliere come dono di Dio la diversità dell’altro e credere nell’uguaglianza che scaturisce da una dignità comune: la figliolanza divina. Tutti figli del’unico Padre che è nei cieli. Non il prodotto di una multinazionale che pianifica e fabbrica in serie, ma la fecondità creatrice di un Dio che dona la vita con amore e nell’irripetibile volto di ogni uomo lascia un’impronta della sua Persona.
Dio ci affida talenti diversi, anche se a tutti chiede una leale e fattiva collaborazione nel far fruttificare i vari talenti ricevuti.
È poi importantissimo coltivare una «memoria deuteronomica», come la chiama papa Francesco nella Evangelii gaudium (n. 13). Cioè una memoria che non coltiva la nostalgia o i risentimenti, ma il ricordo vivo dei doni ricevuti gratuitamente.
(GianCarlo M. Bregantini)