A contatto con la fragilità e con la sofferenza delle persone con disabilità mentale, ricevendo la loro fiducia, sentivo nascere in me sorgenti nuove di tenerezza. Li amavo ed ero felice di stare con loro. Risvegliavano una parte del mio essere che fino a quel momento era stata sottosviluppata, atrofizzata. Mi aprivano un altro mondo, non più un mondo di forza e successo, di potere ed efficienza, ma del cuore, della vulnerabilità e della comunione. Mi conducevano su un cammino di guarigione e di unità interiore.
Diventare amico del povero è esigente. Ci àncora alla realtà della sofferenza. Impossibile fuggire nelle idee e nei sogni! Il richiamo del povero alla solidarietà ci obbliga a fare scelte, ad approfondire la nostra vita spirituale, a mettere l’amore al centro delle nostre vite e del quotidiano. Ci trasforma.
(Jean Vanier, “Un’Arca per i poveri”)