AMMONISCO POI ED ESORTO… – 11 agosto 2017

«Ammonisco poi ed esorto nel Signore Gesù Cristo,
che si guardino le sorelle da ogni superbia,
vanagloria, invidia, avarizia, cura e sollecitudine di questo mondo,
dalla detrazione e mormorazione,
dalla discordia e divisione»
(Regola di Santa Chiara X,6)


Donne in relazione

La formazione integrale di ogni sorella comporta la maturazione della persona alla relazione con se stessa, con le sorelle, con gli altri, con Dio, per non rendere disincarnata la forma di vita evangelica.

La superbia, la vanagloria, l’invidia, l’avarizia, ecc. sono espressione di problemi umani non risolti: la continua attenzione a Dio rende più delicata e rispettosa l’attenzione agli altri membri della comunità, e la contemplazione diventa una forza liberatrice da ogni forma di egoismo. La persona consacrata si libera progressivamente dal bisogno di mettersi al centro di tutto e di possedere l’altro, e dalla paura di donarsi ai fratelli; impara piuttosto ad amare come Cristo l’ha amata, con quell’amore che ora è effuso nel suo cuore e la rende capace di dimenticarsi e di donarsi come ha fatto il suo Signore.

E ancora: la relazione vera con Dio fa sperimentare la comunità non come luogo di rifugio, ma come luogo per costruire o per scoprire la comunione.

«Siano invece sempre sollecite nel conservare
reciprocamente l’unità della scambievole carità,
che 
è il vincolo della perfezione»
(Regola di Santa Chiara, X 7)

 

La santa unità

L’individualismo che può toccare anche le fraternità clariane, in nome del diritto alla realizzazione personale, è oggi il motivo dominante della frantumazione della santa unità. Nello stesso tempo le singole sorelle spesso sono state omologate l’una all’altra in nome dell’unità confusa con l’uniformità: l’unità per Chiara è al di sopra di tutto: l’unità dell’amore è il vincolo della perfezione, il compimento della chiamata di Dio, della sequela di Gesù povero.

Quando l’unità è trasformata in uniformità e la stabilità in fissità, si blocca l’azione dello Spirito di Dio nelle fraternità: ogni carisma comporta, infine, un orientamento verso lo Spirito Santo, in quanto dispone la persona a lasciarsi guidare e sostenere da Lui, sia nel proprio cammino spirituale che nella vita di comunione e nell’azione apostolica, per vivere in quell’atteggiamento di servizio che deve ispirare ogni scelta dell’autentico cristiano.

Bisognerebbe formare ogni sorella ad accogliere la propria e altrui diversità per poter assumere, nella fedeltà dinamica, la forma di vita delle sorelle povere. La verifica di unità di vita può essere fatta sulla fedeltà a Cristo e al vangelo, fedeltà alla Chiesa e alla sua missione nel mondo, fedeltà alla vita religiosa e al carisma proprio dell’istituto, fedeltà all’uomo e al nostro tempo.

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