OGNUNO E’ INDISPENSABILE – III DOMENICA T.O./C

 

23 gennaio 2022 – III Domenica del Tempo Ordinario/C

 

Volendo scegliere un nome per questa III Domenica del Tempo Ordinario, potremmo chiamarla “Domenica della Parola e del Corpo”. Inserita nella SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI, viene a ricordarci che la Chiesa, come anche ogni singola Comunità cristiana è chiamata a vivere la Comunione tra i suoi membri seguendo il desiderio profondo di Cristo: “che tutti siano uno” (cfr. Gv 17).  

 

 

Dal libro di Neemìa ( Ne 8,2-4)

 2 Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.

3 Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l’orecchio a sentire il libro della legge. 4 Esdra lo scriba stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza e accanto a lui stavano, a destra Mattitia, Sema, Anaia, Uria, Chelkia e Maaseia; a sinistra Pedaia, Misael, Malchia, Casum, Casbaddàna, Zaccaria e Mesullàm.

5 Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutto il popolo; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. 6 Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.

8 Essi leggevano nel libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso e così facevano comprendere la lettura. 9 Neemia, che era il governatore, Esdra sacerdote e scriba e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Perché tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. 10 Poi Neemia disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 12,12-30)

12Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. 13Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. 14E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. 15Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. 16E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo, non per questo non farebbe parte del corpo. 17Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? 18Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. 19Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. 21Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi. 22Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; 23e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, 24mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, 25perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. 26Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. 27Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. 28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. 29 Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? 30 Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

 

Dal vangelo secondo Luca (Lc 1,1-4; 4,14-21)

               1Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

               In quel tempo, 14Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. 16 Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:18″Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi,19a proclamare l’anno di grazia del Signore”. 20 Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

 

               L’immagine del corpo umano usato dall’Apostolo Paolo per descrivere la comunione e l’Unità tra i suoi membri è molto eloquente, perché ci ricorda che come nell’organismo ogni membro è interdipendente con gli altri membri, così nella Comunità ecclesiale (e religiosa), come in una grande famiglia, nessuno può fare a meno dell’altro. Per questo l’Apostolo ammonisce: “come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo”.

               Non esistono (o non dovrebbero esistere!) nella comunità distinzioni o addirittura ‘fazioni’ (“Giudei o Greci, schiavi o liberi!”), ma mediante il dono dello Spirito, siamo membra gli uni degli altri.

               Prendendo ad esempio di armonia comunitaria il nostro corpo, egli rivela la perfetta armonia della Creazione voluta dal Padre fin dalle origini; è come se esortasse i cristiani di ogni tempo a non diventare ‘una malattia autoimmune’ dove lo stesso organismo va contro se stesso. “Non può l’occhio dire alla mano «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi «Non ho bisogno di voi»”. Nel Vangelo di questa Domenica il Signore Gesù,  venuto a rivelare il volto amorevole del Padre, si china sulle miserie umane, facendosi vicino a coloro che la società scarta.

               Con il dono dello Spirito siamo chiamati anche noi a farci prossimi a ogni forma di povertà, abbattendo ogni divisione e inimicizia che c’impediscono di essere un unico corpo in Cristo pur mantenendo le nostre diversità. L’immagine eloquente del corpo, ci conduce a considerare che anche la comunità come la Chiesa, sia chiamata a far entrare nella grande Famiglia di Dio ogni uomo a qualsiasi condizione appartenga. Per questo Paolo ammonisce: “Se poi tutto fosse un membro solo dove sarebbe il corpo?“. Al contrario, siamo chiamati ad assumere i pesi gli uni degli altri perché “se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui”.

               Per contribuire a questa gioia, occorre giungere alla consapevolezza che il Signore Gesù viene oggi nella nostra storia personale e comunitaria ad aprire le porte all’anno di grazia del Signore. Esso è il tempo favorevole in cui possiamo aprire con docilità il cuore all’azione della sua misericordia e gioire profondamente per la sua fedeltà. Egli resta fedele per sempre e si fa vicino all’uomo di oggi per aiutarlo ad attraversare la storia, con profonda fede e una grande fiducia nel suo amore. Anche nelle prove più difficili Egli è là vicino all’uomo: “nemmeno le tenebre per te sono oscure e la notte è chiara come il giorno” preghiamo con il salmista (Sal 139). E’ il Dio con noi, l’Uomo Cristo Gesù, che con noi ha condiviso tutto fino alla debolezza della Croce. 

 

 

Commento francescano

Paolo scrivendo ai Corinzi, afferma che anche il membro più debole nella Comunità, può contribuire all’edificazione del corpo di Cristo se la Comunità pone al centro la Parola di Dio. A questo proposito fra Giacomo Bini nella sua Lettera Chiara d’Assisi un inno di lode scritta a tutte le Clarisse afferma: ” Francesco non fu mai un «ascoltatore sordo della Parola» (2 Cel 102); a sua volta, «Chiara molto se dilettava de udire la Parola de Dio» (Proc X,8), la vive, ci si “specchia”, si lascia trasformare da essa e la riflette sulle Sorelle e sul mondo, cosciente che questa è la missione propria delle Povere Dame (TestsC 21).

Inoltre nella stessa lettera fra Giacomo pone l’accento su un altro aspetto posto in evidenza sia dal Vangelo, sia dall’Apostolo Paolo: la debolezza può essere una grande ‘risorsa’ se accolta e curata. Egli scrive a proposito di santa Chiara: “Che dire di Chiara, degli anni della sua infermità, ‘inutili’ secondo una mentalità del risultato, ma tanto ricchi e significativi davanti a Dio! Proprio quando Francesco, molto presto è venuto a mancare ai Frati e alle Sorelle, la presenza di Chiara in buona salute con tutte le sue energie avrebbe potuto ‘fare tanto’, secondo noi, per la Famiglia francescana delle origini. Eppure il Signore ha “fatto tanto” attraverso la sua povertà, la sua infermità, la sua inattività”.

 

Orazione conclusiva

“Anche se in molti, siamo un solo Corpo”: aiutaci, o Padre, a costruire ogni giorno la comunione ponendo una pietra per l’edificazione del tuo Regno. Non permettere che invidie e gelosie ci separino dai fratelli e dalle sorelle luogo e rivelazione della tua presenza, e fa’ che sentiamo nel nostro cuore l’anelito dell’Apostolo che preferiva essere anàtema pur di guadagnare a Cristo i fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen.  

 

 

 

 

 

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