IL SILENZIO E L’ASCOLTO – 24 Giugno 2018

           La preghiera sgorga quando la persona si pone di fronte a sé in condizioni di distensione, di calma, di serenità, di pace.

           II silenzio e l’ascolto sono due premesse che ci consentono di entrare nella preghiera.

           Il silenzio aiuta infatti a mettere a tacere la nostra fantasia, il nostro essere, ad azzerare tutto ciò che può disturbare. Occorre entrare nella preghiera come poveri,  riconoscendo di non essere capaci di pregare. Un silenzio che ascolta, che accoglie, che si lascia animare.

 

L’uomo che ha estromesso Dio dai suoi pensieri, non può sopportare facilmente il silenzio. Per lui, che ritiene di vivere ai margini del nulla, il silenzio è il segno terrificante del vuoto. Ogni rumore, per quanto tormentoso e ossessivo, gli riesce più gradito; ogni parola, anche la più insipida, è liberatrice da un incubo.

Ricordiamoci però che questo uomo, incapace di silenzio e di affidamento al Mistero, convive in ciascuno di noi, con proporzioni diverse, insieme all’uomo il cui cuore tende e anela all’Invisibile. Ciascuno di noi è esteriormente aggredito da orde di parole, di suoni, di clamori. E’insidiato dal multiloquio mondano che con mille futilità ci distrae e ci disperde.

 

Chi vuole incontrare Dio deve lottare per assicurare al cielo della sua anima quel prodigio di «un silenzio di mezz’ora circa» di cui parla il libro dell’Apocalisse (8,1).

Allora acquista la capacità dell’ascolto.

 

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