VIVERE SENZA MENZOGNA – 17 Novembre 2017

   Uno degli aspetti che maggiormente impressiona nei testi del samizdat è il « mea culpa » che gli autori pronunciano dinnanzi alla catastrofe della rivoluzione e del regime ateo e repressivo che le seguì. Proprio questo aspetto, più di ogni altro, colpì padre Scalfi all’apparire in Occidente di Arcipelago GULag di Solženicyn e del suo appello « Vivere senza menzogna ».

   Quando la violenza irrompe nella pacifica vita degli uomini, il suo volto arde di tracotanza, e porta scritto sulla bandiera e grida: « IO SONO LA VIOLENZA! Via, fate largo o vi schiaccio! ». Ma la violenza invecchia in fretta, dopo pochi anni non è più tanto sicura di sé, e per reggersi, per salvare la faccia, deve inevitabilmente allearsi con la menzogna. Infatti la violenza non ha altro con cui coprirsi se non la menzogna, e la menzogna non può reggersi se non con la violenza. Non tutti i giorni né su tutte le spalle la violenza abbatte la sua pesante zampa: da noi esige solo docilità alla menzogna, quotidiana compartecipazione ad essa. Non occorre altro per esserne sudditi fedeli.

   Ed è proprio qui che si trova la chiave della nostra liberazione, una chiave che abbiamo trascurato e che pure è tanto semplice e accessibile: IL RIFIUTO DI PARTECIPARE PERSONALMENTE ALLA MENZOGNA. Anche se la menzogna ricopre ogni cosa, anche se domina dappertutto, su un punto siamo inflessibili: che non domini PER OPERA MIA!

   È questa la breccia nel presunto cerchio della nostra inazione: la breccia più facile da realizzare per noi, la più distruttiva per la menzogna. Perché, se gli uomini ripudiano la menzogna, essa cessa semplicemente di esistere. Come un contagio, può esistere solo negli uomini…

                                                                             

Aleksandr Solženicyn

                                                                                                              Mosca, 12 febbraio 1974

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