LA LEGGE DELLO SPIRITO – 11 Novembre 2017

     “C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio». Gli rispose Gesù: «In verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio»” (cfr. Gv 3, 1-3).

 

            Nicodemo è attratto dai prodigi che Gesù compie. Ma Gesù non si lascia incantare da simili apprezzamenti e gli rimprovera la sua inettitudine a comprendere, nonostante sia dottore in Israele.

 

            Nicodemo si aggrappa a forme legalistiche di religione. Lui conosce la legge. Esercita un “potere spirituale”. Ma le certezze e la legge possono anche chiuderci in noi stessi, nell’autocompiacimento della conoscenza e di sentimenti di rettitudine e superiorità. Questo può impedirci di ascoltare le persone e di essere aperti alle nuove strade di Dio.

            Al “sappiamo” di Nicodemo, Gesù propone un altro modo di essere e di vivere: il modo di “non sapere”, di “rinascere dall’alto”.

 

            E’ necessario rinascere dallo Spirito, in quanto solo lo Spirito ci rende capaci di intendere le cose spirituali, senza lasciarci guidare da principi puramente umani. Lo Spirito interviene nello spazio della nostra povertà e insicurezza, ispirandoci a dire o a fare cose che non avevamo programmato.

 

 Intuito e ragione. 

«Fin da quando eravamo giovani ci è stato insegnato ad essere autonomi, competenti e a pianificare la nostra vita, a volte con chiare certezze morali e religiose. Tali certezze danno sicurezza, questo è importante e necessario. Tuttavia, Gesù sta affermando un nuovo sentiero che implica rischi, insicurezza e vulnerabilità. Implica intuito e fiducia più che ragione.

Una volta, un cronista televisivo mi chiese come capii di dover lasciare la marina militare per seguire Gesù, come seppi che la mia vocazione era di vivere con persone disabili. Lo sorpresi, chiedendogli in risposta: “Lei è sposato? Perché ha chiesto a questa donna in particolare di essere sua moglie?”. Era confuso. Gli dissi: “Ci sono momenti nella nostra vita in cui non ragioniamo sulle cose, ma sappiamo, nel profondo del nostro cuore, che questa è la cosa giusta da fare”.

Sentiamo o intuiamo delle cose. Esse non sono programmate. Non possiamo controllare lo Spirito, dobbiamo lasciarci guidare da lui. Questo ci porta ad assumere dei rischi, a vivere in comunione con Dio e con gli altri.

 “Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne…Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé: contro queste cose non c’è legge” (Gal 5,16.22-23)».

                                                                                     

                                                                                                                              Jean Vanier

 

 

 

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